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Ora e sempre, Resistenza

  • Immagine del redattore: Alessio Arriu
    Alessio Arriu
  • 25 apr 2022
  • Tempo di lettura: 4 min



Oggi, 25 aprile, cade l’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, un giorno particolare per il nostro Paese. Per dirla come il giornalista Enzo Biagi: “Per gli italiani una data che è parte ormai essenziale della loro storia, hanno acquistato il diritto della parola. Possiamo dire, io e voi, tutto quello che pensiamo”[1].


Una data che ricorda molti personaggi che hanno fatto la storia della nostra Repubblica, costruendola con le proprie mani, rischiando la vita per la libertà e la democrazia. Ma chi erano queste persone? Com’erano organizzate le forze partigiane?


Armistizio


Con l’Armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, il governo Badoglio uscì dall’alleanza dell’Asse con Germania e Giappone per combattere al fianco degli Alleati, cominciando la campagna d’Italia insieme alle truppe anglo-americane. Dopo questo evento, il Regno d’Italia si divise in due, con al sud il governo provvisorio di Badoglio e del Re, spalleggiato dagli Alleati, e al nord, sopra la linea Gotica, i territori occupati dai nazifascisti, appoggiati dall’ex duce Benito Mussolini attraverso lo stato fantoccio della Repubblica di Salò. In questo caos i soldati italiani, senza una guida militare, si trovarono di fronte a un bivio: allearsi con i repubblichini, o scappare per le montagne disertando gli ordini dei fascisti. È quindi nelle montagne che iniziò a strutturarsi la Resistenza italiana, attraverso il Comitato di Liberazione Nazionale.


Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e il Comitato di Liberazione Nazionale d’Alta Italia


Dopo l’armistizio, tutte le forze antifasciste italiane - Partito Comunista Italiano, Partito Socialista Italiano, Democrazia Cristiana, Partito d’Azione e Partito Liberale - crearono un unico organismo antifascista per dare un’organizzazione politica alle armate partigiane. Questo era composto dagli esponenti dei partiti antifascisti, da Scoccimarro del PCI a Nenni del PSI, fino ad Alcide De Gasperi della DC [2]. Dopo la costituzione del Comitato Centrale, si formarono a cascata tutti i comitati locali nelle città principali, dando vita ad un’organizzazione capillare, seppur ancora priva di potere effettivo. Attraverso il Comitato di Liberazione Nazionale d’Alta Italia [3] la lotta iniziò ad ottenere legittimità politica e militare dal governo Badoglio e dagli Alleati, soprattutto attraverso la costituzione del Corpo Volontari della Libertà [4] che, capeggiati da Luigi Longo, divennero il braccio armato della Resistenza. Se il CVL si occupava di organizzare le formazioni partigiane, facendo sintesi delle varie posizioni politiche ed evitando possibili tensioni interne, il CLN si occupava degli aspetti politici. Nel particolare il CLNAI si impegnò dal punto di vista legislativo, emanando disposizioni in favore dei combattenti per contrastare i repubblichini - vedasi il decreto del 9 agosto 1944 in difesa degli stabilimenti e delle fabbriche - e istituendo la Corte d’Assise straordinaria e le Commissioni di Giustizia, che si occupavano delle pratiche di epurazione.



Le formazioni partigiane


Alla mente della lotta, andava unito, e organizzato, il braccio. Come sopracitato, in seguito all’armistizio e al successivo sbandamento dei militari nelle campagne, questi si organizzarono prevalentemente in bande partigiane capeggiate dagli antifascisti del CLN. In sintesi, le formazioni erano costituite da bande armate, che confluivano poi nelle Brigate e infine nelle divisioni [5]. Tra le più attive vi erano: le Brigate Garibaldi del PCI, famose perché disponevano di bande particolari denominate GAP (Gruppi di Azione Patriottica) e SAP (Squadre di Azione Patriottica), incaricate di condurre azioni di resistenza prevalentemente in nelle zone urbane e nelle città; le Brigate Matteotti appartenenti al PSI e le Brigate Giustizia e Libertà, emanazione del Partito d’Azione.


Al di là della struttura e dell’organizzazione dei Comitati di Liberazione Nazionale è opportuno ricordare perché vengono spesso citati alcuni protagonisti piuttosto che altri. Una delle critiche che vengono fatte più spesso, per esempio, è la larga presenza di figure politiche appartenenti al PCI e al PSI all’interno dei comitati e della lotta partigiana. Questa presenza è spiegata dal fatto che essendo le due forze politiche - per ideologie diametralmente opposte - le naturali rivali delle forze nazifasciste, furono, fin dagli albori della repressione fascista, in opposizione al regime tramite le azioni clandestine, gli scioperi e i sabotaggi. Nonostante ciò, la Resistenza non è stata soltanto un fatto politico, ma, come disse l’ex presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, scomparso lo scorso 11 gennaio, in occasione del 75° anniversario del 25 aprile


È stata un fatto di popolo, perché ha visto protagonisti giovani, anziani, le generazioni che volevano riconquistare la loro dignità. Voglio pensare che è grazie a loro, così come grazie ai Marchi francesi o ai ragazzi della Rosa Bianca in Germania che la Resistenza è diventata anche europea. È in loro nome che l’Europa ha trovato la forza di unirsi per diventare il luogo della pace, della solidarietà tra le nazioni. Ancora oggi è questa la forza dell’Europa, mai come ora dobbiamo riaffermare quei valori, i valori dell’antifascismo, anche in un momento come quello che stiamo vivendo, così duro per tutti. Perché è nell’antifascismo che c’è il seme della tolleranza, della solidarietà e del progresso, per tutti e non per pochi. Ce la faremo, ce la faremo anche stavolta, ricordando il sacrificio dei tanti e i loro valori, perché, come ieri e anche oggi, ora e sempre, Resistenza [6]


Fonti:

[1] Il ritorno di Enzo Biagi su Rai3, 22 aprile 2007, https://www.youtube.com/watch?v=UGn3qCnnn9o

[2] Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, https://www.anpi.it/storia/140/comitato-di-liberazione-nazionale-cln

[4] Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, https://www.anpi.it/storia/154/corpo-volontari-della-liberta-cvl

[5] Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, https://www.anpi.it/storia/187/le-formazioni-partigiane

[6] David Sassoli, 25 Aprile, Sassoli: "È nell'antifascismo che c'è il seme della tolleranza e della solidarietà", 25 aprile 2020,





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