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Un miracolo imperiale: il mondo di Alexander Dugin (parte 1)

  • Immagine del redattore: Giulio Ardenghi
    Giulio Ardenghi
  • 11 ott 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

La cosa più importante è non perdere mai di vista la cosa principale: l’Impero è un fenomeno di ordine spirituale, il che significa che senza la Volontà Divina e la Sua Provvidenza sarà solo un simulacro. La cosa principale nell’Impero è un miracolo (…) Senza di esso, tutto è privo di significato. Il miracolo è il senso della nostra vita. Un miracolo imperiale. [1]


Come questa citazione dovrebbe far capire, il pensiero del filosofo Alexander Dugin non si muove sugli stessi binari del discorso pubblico e politico a cui siamo abituati. Generalmente, quando le persone occidentali danno voce al loro pensiero politico, esse si preoccupano di ribadire la loro aderenza di fondo a principi associati al liberalismo come la laicità dello Stato, il volontarismo, la libertà di coscienza etc. Ma il pensiero di Dugin nasce in larga parte per contrastare l’ideologia liberale e tutta la modernità. È pertanto normale che chi non è abituato a leggere pensatori che non si rifanno a questi concetti possa avere un po’ di difficoltà a inquadrare la filosofia di questo autore, ed essere portato a liquidarlo con categorie quali “fascista”, “reazionario” o “nazionalista”.


Ci sono pochi dubbi sul fatto che il filosofo russo sia un estremista. Rimane tuttavia un pensatore originale che va compreso fino in fondo, specie nel caso fosse vero che, come molti affermano, il Presidente Putin sia un suo avido lettore e seguace.

In altri articoli ho già detto qualcosa sul background di Alexander Dugin, e ho accennato al fatto che egli non sia contento né del comunismo né del fascismo come alternative all’ideologia liberale. Tutte e tre queste teorie politiche sono dei prodotti della modernità, che Dugin vede come un processo che strappa l’uomo dalla connessione con i suoi simili, con la sua Patria e con Dio.

Ognuna di queste teorie, spiega il filosofo, ha un soggetto principale: l’individuo nel caso del liberalismo, la classe nel caso del comunismo e lo Stato nel caso del fascismo (o il popolo nel caso del nazismo). Anche la quarta teoria politica che Dugin propone ha un soggetto preciso: il Dasein, ovvero l’Esserci della filosofia di Heidegger che, in breve, delinea l’uomo impegnato in una vita autentica e consapevole della sua relazione con il mondo e con l’Essere. Tuttavia, se Heidegger ha il merito di aver articolato un’antropologia filosofica basata sull’essere-nel-mondo dell’uomo, egli ha sempre parlato del Dasein in termini universali, senza declinarlo a seconda delle varie nazionalità e culture, mentre, secondo Dugin, esiste un Dasein russo, come un Dasein Occidentale, uno africano etc.


È anche per via di questa convinzione che il pensatore russo è sì un imperialista, ma non anela a vedere la Russia regnare incontrastata su tutto il mondo. Al modello unipolare del mondo odierno, caratterizzato da una sola vera superpotenza, cioè gli Stati Uniti, che determina tutti gli assetti e gli equilibri globali, Dugin contrappone un modello multipolare, che vede più potenze con le loro sfere d’influenza, ciascuna delle quali si sviluppa secondo la sua cultura e i suoi valori, rimanendo in contatto cordiale con le altre senza volersi imporre o mischiare con esse.


Da dove deriva, dunque, l’avversione per l’Occidente? Dugin è molto chiaro sul fatto che quello a cui si oppone non è l’Occidente in sé, ma la degenerazione di esso dovuta all’avvento dei paradigmi ideologici moderni e postmoderni. Secondo il filosofo gli Occidentali hanno una grande storia e una cultura unica e ammirevole, ma sbagliano quando pensano che tale cultura sia universale (o imponibile con la forza) a tutto il mondo. E la Russia, in questo momento, si trova minacciata proprio dall’Occidente, il quale teme a sua volta la rinascita russa e tutti i pericoli che può portare la sua egemonia dal punto di vista geopolitico e militare.


Quando Dugin parla di Russia, comunque, non si riferisce solo all’odierna Federazione Russa, ma a un vero e proprio Impero Eurasiatico che possa essere forte abbastanza da rovesciare l’egemonia dell’Occidente e cancellare l’influenza che i valori liberali hanno su tutto il mondo proprio a causa di essa. Come molti altri filosofi russi, anche Dugin ritiene che la missione del suo Paese non sia unicamente politica, ma anche spirituale. Se l’Occidente oggi si fa portatore di disvalori come l’individualismo, il nichilismo e l’ateismo, è compito della Russia fare in modo che le maggiori fedi mondiali si uniscano nel proclamare fermamente la lealtà dell’uomo a Dio, alle tradizioni e alle istituzioni. Questo atteggiamento così “ecumenico” è anche dovuto alla vicinanza del filosofo con la corrente di pensiero denominata Tradizionalismo o Perennialismo, secondo la quale le più grandi religioni si sviluppano da un’unica verità spirituale: anche se esse possono contraddirsi a livello essoterico, saranno invece molto più conciliabili a livello esoterico, nelle rivelazioni dei grandi mistici.


C’è chi dice che, nei suoi giorni da militante di estrema destra, Dugin sia stato un satanista occultista. Che questo sia vero o no, il filosofo russo è oggi uno strenuo avversario dell’anticristo.

Dugin riprende la lettura che il filosofo novecentesco Carl Schmitt, un cattolico ultraconservatore vicino al nazismo, dà del katechon. Questo termine indica ciò che, secondo San Paolo, trattiene la venuta dell’anticristo nel mondo, che precede a sua volta la parousia di Cristo. Schmitt è l’intellettuale più famoso a dare una lettura politica al concetto di katechon, ma è Dugin che integra tutto questo con l’imperialismo russo. Secondo quest’ultimo, oggi è proprio la Russia a essere il katechon, l’ultimo baluardo di speranza per il mondo contro le forze sataniche che manovrano l’Occidente globalista. Ma, allo stato attuale, la Russia non è in grado di assolvere questa missione. Essa ha bisogno di un tassello fondamentale perché possa tornare a essere un impero, un tassello senza il quale nessun miracolo è possibile: l’Ucraina.


Fonte:

[1] A. Dugin, Impero e prassi, trad. Lorenzo Maria Pacini, IdeaAzione, 19 maggio 2022, https://www.ideeazione.com/impero-e-prassi/

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