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Partire dalla Sardegna: diario di un viaggio in continuità territoriale

  • Immagine del redattore: Alessandro Manno
    Alessandro Manno
  • 1 set 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

“Sei mai stato d’estate in Sardegna, frate? Paradiso e inferno fra terre bruciate e spiagge bianche immacolate.

(Salmo, The Island)


Ho sempre guardato con diffidenza gli articoli che partono da premesse personali o da episodi di vita vissuta di chi scrive per giungere a delle conclusioni assolute e generali. Lo pensavo davvero. Sino a quando non ho dovuto prenotare un volo aereo a fine estate.


Prenotare last minute

Nella giornata di lunedì 26 agosto ho dovuto prenotare un volo per Milano per il venerdì successivo. Sono andato sul sito di Ita, con l’ingenua intenzione di prenotare con la tariffa fissa garantita dalla continuità territoriale sull’aeroporto di Milano Linate. Una volta caricati i dati di viaggio però ho scoperto che nella giornata di venerdì erano presenti soltanto tre voli, con orari di partenza che si concentravano tra le 21:10 e le 21:45. Questo perché Ita, la compagnia aerea che si è aggiudicata il bando di continuità territoriale che scadrà ad ottobre, aveva esaurito in posti vendibili in continuità territoriale. E di conseguenza a quella tariffa c’erano soltanto tre voli disponibili, quelli in tarda sera appunto.


Qual è il problema? Direte voi.

Il problema è che questo viaggio non era pianificato. Ho dovuto scegliere velocemente in quale data rientrare nella penisola per motivi di lavoro, e quindi non ho avuto modo di organizzare il viaggio con largo anticipo come solitamente facevo le altre volte che mi recavo in Sardegna. E quindi lunedì, in tutta fretta, mi sono messo al computer e ho cercato i voli.

E perché non ho preso uno di questi voli, direte voi?

Semplicemente perché non potevo, non era possibile. Molte volte infatti le persone che prendono i voli in continuità territoriale su Milano Linate o su Roma Fiumicino non devono necessariamente fermarsi a Roma o Milano, ma devono spostarsi ulteriormente e quindi hanno bisogno di prendere altri mezzi pubblici per raggiungere le aree limitrofe, o addirittura le regioni vicine. All'orario in cui sarei atterrato, non avrei trovato nessun treno o mezzo pubblico che mi avrebbe potuto portare alla destinazione finale che volevo raggiungere, in questo caso Torino. E perché non volare su Torino allora?


Mancanza di alternative

La tratta Cagliari - Torino è servita da due vettori, Ryanair e Voletea, i cui biglietti al momento della mia ricognizione si aggiravano intorno a un costo di 300 euro, bagaglio escluso.

E di nuovo, direte voi: che pretesa quella di decidere all'ultimo minuto di recarsi in un posto e lamentarsi poi dei costi dei biglietti. Può sembrare una pretesa assurda, è vero, però in questo periodo, andare via dalla Sardegna ha un costo notevole. I prezzi dei biglietti sono assolutamente improponibili per tutti quei viaggi che, come nel mio caso, non sono una vacanza, ma sono strettamente legati al lavoro che si fa o ad altre esigenze personali.

In tutti questi casi non c'è sempre la possibilità di adattarsi a prendere un volo rispetto a un altro; ci sono dei limiti a cui uno deve necessariamente sottostare.


Si potrebbero provare anche scali minori, non per forza quelli delle grandi città. È quello che ho pensato anche io e allora sono andato a controllare se ci fossero altre opzioni di viaggio, ma con scarso, scarsissimo successo. Un volo Ryanair con partenza da Cagliari per gli aeroporti di Cuneo (Piemonte) o di Genova arrivava a costare almeno 190 euro senza il bagaglio, con il quale viene superata facilmente la soglia dei 200 euro.


Privilegi

Guardando il mio singolo caso, posso addirittura dire di avere dei vantaggi: io viaggio da solo, mi adatto facilmente, ho 25 anni e quindi spenderò e avrò sicuramente meno disagi rispetto a una famiglia che, dopo essere venuta in Sardegna per trovare i nonni, deve tornare nella penisola. Un nucleo familiare tipo, quindi genitori con due figli, arriva a spendere cifre molto elevate anche con la continuità territoriale. Io mi limito a dover pagare per me e gestire me stesso: non ho bambini piccoli con me che si stancano velocemente di stare buttati in aeroporto in caso di ritardi, che non riescono a stare fermi, che hanno fame, che piangono. Non sono neanche una persona anziana, magari con problemi di salute, che ha necessariamente bisogno di assistenza per affrontare un viaggio in aereo.


Come detto all’inizio di questo articolo, parlare di esperienze personali e generalizzare non mi è mai piaciuto. Ci sarà sicuramente chi non ha mai avuto problemi con la continuità, io stesso in altre situazioni non ne ho avuti, ma quanto mi è capitato è ciò che accade praticamente ogni giorno alle persone residenti in Sardegna che viaggiano per lavoro o per motivi di salute dalla Sardegna e che si scontrano con un sistema ormai non più sostenibile.


Prigione dorata

Vivere in Sardegna, anche solo semplicemente esserci nati, obbliga a confrontarsi costantemente con l’idea di limite, di viaggio, di partenza. Per poter andare da qualsiasi parte infatti non ci sono alternative: o si prende l’aereo o si prende la nave e in quest’ultimo caso la situazione non migliora di certo. I costi per un viaggio in traghetto sono ancora superiori all’aereo, perché un biglietto semplice con passaggio ponte da Porto Torres o Olbia a Genova, oppure da Olbia a Livorno, o ancora da Olbia e Cagliari a Civitavecchia, può costare ben oltre i 190 euro, se si è fortunati a beccare l’offerta giusta, prendendo in considerazione anche lo sconto residenti, in realtà poche decine di euro che sembrano quasi una presa in giro.

Se invece siete così temerari da voler portare un'auto dalla Sardegna alla penisola, dovete pagare almeno 290 euro, se non anche 300 considerando i weekend di fine estare.


Dov’è quindi il diritto alla mobilità? 

Probabilmente è come l’isola cantata da Edoardo Bennato: non c’è. O probabilmente è nascosto in qualche deposito bagagli e nessuno si è mai preso la briga di andare a ritirarlo. La difficoltà a spostarsi dall'Isola è uno dei veri problemi della Sardegna: se arrivi non sai mai quanto spenderai per andartene, a meno che tu non prenoti con mesi e mesi di anticipo, cosa che purtroppo non è sempre possibile per tutti.


Certo, se si viene in vacanza forse è possibile riuscire a organizzare le date, ma bisogna considerare le ferie e il fatto che magari non si viaggia da soli e bisogna tenere conto delle esigenze degli altri compagni di viaggio. Tutta una serie di variabili che non ha chi deve spostarsi da una regione all'altra della penisola. Che può scegliere tra un treno, una macchina propria o a noleggio, un viaggio condiviso con app che ti consentono di dividere i costi del viaggio con altre persone, o un pullman che percorre tragitti su lunghe distanze. Insomma le alternative non mancano. Se sei sardo però no. Non ci sono alternative.


Non bisogna per forza pensare di voler spendere 15 euro per un volo da Cagliari a Milano. Però, come proposto dai alcuni sindacati durante i mesi estivi in cui gli aeroporti hanno avuto enormi difficoltà a gestire il flusso di passeggeri, ci dovrebbe essere il tentativo da parte della Regione Sardegna di strutturare piani di continuità territoriale che tengano conto dei momenti di picco di esodo e controesodo, così come delle vacanze natalizie o pasquali, per garantire un’offerta di biglietti maggiore e far sì che ci sia una vera e propria continuità. Inoltre le tariffe agevolate esistono soltanto su due tratte: Milano e Roma, e si parla periodicamente di allargare questo modello anche ad altre città del nord Italia, come Torino e Bologna. Per cercare di alleggerire il peso dei biglietti sulle tasche dei sardi che viaggiano su altre tratte non in continuità, la Regione ha messo a disposizione un portale in cui si può chiedere un rimborso, ma si parla di un rimborso del 25% per biglietti che costano dai 100 ai 500 euro, mentre è previsto un rimborso massimo di 125 euro per biglietti superiori ai 500 euro. Parliamo dunque di rimborsi irrisori.


Al momento attuale questo è lo stato dell’arte della mobilità in Sardegna, un problema che dura da anni, da quando la Sardegna è circondata dal mare, e a cui, a quanto pare, nessuno ha ancora saputo porvi rimedio.

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