Missione compiutA: il Cagliari batte il Sassuolo e raggiunge la salvezza
- Francesco Ortu
- 20 mag 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Il Cagliari può festeggiare. La squadra isolana vince infatti lo scontro decisivo contro il Sassuolo, con il risultato di 2-0 e ottiene la matematica certezza della conferma in Serie A. Traguardo che viene tagliato con una giornata d’anticipo.
Il match
Con il rientro degli squalificati Augello e Gaetano, ma senza Makoumbou per infortunio, Mister Ranieri rispolvera il classico 4-3-1-2 con il tandem offensivo guidato da Lapadula e Shomurodov supportati dal fantasista partenopeo. La partita inizia con un approccio molto nervoso da parte di entrambe le squadre, con una manovra particolarmente frenetica e un pallone che sembra scottare. La prima occasione saliente della gara si ha dopo pochi minuti, con Tressoldi che va a vuoto in disimpegno e lascia palla a Lapadula che entra in area e cade dopo un contatto con il centrale brasiliano. Per Doveri però non c’è nulla e si riparte con una rimessa dal fondo. Le prime occasioni di peso arrivano dopo i primi venti minuti, con i padroni di casa che impensieriscono due volte i rossoblù, prima con Laurentiè e successivamente, in maniera molto più nitida, con Pinamonti che stacca imperiosamente e manda l’incornata poco fuori dallo specchio. I sardi aspettano e ripartono larghi sulle fasce o con lanci in profondità, trovando tuttavia parecchia imprecisione nell’ultimo passaggio. L’occasione migliore per gli isolani nella prima metà di gara arriva al 36’ con Lapadula che viene imbeccato in profondità da Dossena e colpisce con un mancino rasoterra dalla distanza che lambisce il palo alla sinistra di Consigli. Pochi minuti dopo è Shomurodov a provarci, con una botta dalla distanza che finisce alta. I primi 45’ finiscono dunque con molti errori, molta fisicità ma poche emozioni. Nella seconda frazione il Mister di Testaccio decide di dare fantasia al proprio attacco schierando Luvumbo al posto di Shomurodov. È proprio l’angolano a dare lo sprint che, sull’out di sinistra, fa girare la testa a Tressoldi e trova parecchia intesa con Gaetano. I rossoblù crescono e ripartono in contropiede con sempre più fame, ma sciupando sempre al momento della conclusione. Il Sassuolo si fa vedere solo una volta, con Pinamonti che prova a sbloccarla di “bicicletta”, non inquadrando però lo specchio. Ranieri decide di cambiare ritmo ed inserisce Prati e Viola al posto di Deiola e Gaetano. È proprio su quest’asse, al 70’, che si sblocca il match: calcio piazzato battuto da Viola che scodella in area, respinta della retroguardia neroverde con Lapadula che prova una voleè nuovamente respinta da Obiang e raccolta da Dossena che difende e, in caduta, serve Prati che di precisione e potenza batte Consigli. Primo gol per il giovane regista rossoblù che va a festeggiare in mezzo ai tifosi isolani. L’incontro acquisisce maggior ritmo, ma i cagliaritani subiscono poco, coprono con sicurezza e continuano a ripartire. Il Sassuolo sembra non avere più la testa e, sullo scadere, permette al Cagliari di chiudere definitivamente la pratica, concedendo altruisticamente un rigore, provocato da una grave amnesia difensiva di Kumbulla, che viene trasformato da “El Bimbo”. Cagliari fa festa. Gli emiliani, con i risultati del pomeriggio, ottengono la certezza aritmetica del ritorno in B dopo 11 anni di massima serie.
La nave è in porto. Viva il Timoniere
Alla fine, dopo un campionato più che mai travagliato, i rossoblù superano la tempesta e riescono a trovare il sole del Golfo degli Angeli. Una squadra che ha saputo, nonostante i suoi limiti, cementarsi e superare le difficoltà, stringendosi attorno al suo condottiero Ranieri, e facendo della forza di volontà e della responsabilità, come dopo le virtuali dimissioni del Mister, la propria propulsiva. I sardi, a discapito di un girone d’andata non particolarmente roseo, trovano una salvezza con una giornata d’anticipo grazie alla sapiente e oculata gestione dell’uomo al comando. Un uomo che, per gli appassionati dei ricorsi storici, compì la stessa impresa lo stesso giorno di 33 anni fa, a pochi km da Reggio Emilia, per la precisione a Bologna. Quell’anno arrivarono i tre uruguaiani a risollevare le sorti di una stagione all’apparenza compromessa, questa volta è bastato il sapiente utilizzo di due talentuosi giocatori ai margini come Mina e Gaetano. Claudio Ranieri da Testaccio ha saputo fare nuovamente quadrato in una situazione di crisi, come fu dopo la Lazio e come è stato dopo la serie negativa nelle ultime giornate, e l’ha fatto come ci ha abituato in tutta la stagione corrente, pescando sapientemente dalla panchina. Ranieri ha ribadito in conferenza stampa che quello che si vive ora è il momento dei festeggiamenti, solo successivamente si potrà pensare al futuro, considerando che c’è ancora il match con la Fiorentina da giocare. La piazza però chiede a gran voce la conferma, ed è difficile ipotizzare uno spogliatoio contrario, idem per la dirigenza. Una scelta che spetta all’allenatore romano che, nel caso accettasse, potrebbe raggiungere e addirittura superare Manlio Scopigno per numero di panchine in rossoblù. [1] Sarebbe il coronamento definitivo di una storia d’amore che trascende limiti temporali e anagrafici, nonostante le 73 candeline prossime. E chissà se il Grande Timoniere di questa squadra che viene dal mare avrà lo stimolo, la forza e la capacità di poter esplorare orizzonti e obiettivi sino ad ora inesplorati. Ancora una giornata di campionato e sarà il momento delle somme e della programmazione, in cui si capirà il futuro di una squadra e soprattutto di un tecnico che ha già il suo posto nella storia del Club.
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