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Luce, il messaggio cattolico rivolto ai giovani

  • Immagine del redattore: Giulio Ardenghi
    Giulio Ardenghi
  • 19 nov 2024
  • Tempo di lettura: 4 min




Nell’immaginario collettivo globale, in special modo nel caso di quelli di noi che non vivono in contesti culturalmente cristiano-cattolici, la raffigurazione tipica della Chiesa di Roma è caratterizzata da sontuose cattedrali, magnifici dipinti e, perché no, suggestive e curiose usanze popolari.

Non è affatto un caso se è proprio in questo contesto culturale e religioso che si sviluppa il Rinascimento. Anche Nietzsche se ne accorge: secondo il filosofo tedesco, uno dei più famosi antagonisti ideologici del cristianesimo, il Rinascimento rappresenta la sconfitta di questa religione, l’ingresso a Roma dei valori aristocratici. [1]


Si capisce che il cattolicesimo ucciderebbe il cristianesimo per mezzo del Rinascimento, ma l’intervento di Lutero “salva” la situazione. Con una vis polemica paragonabile solo a quella dello stesso autore delle 95 tesi (ed è un peccato che i due non si possano incontrare e scontrare di persona), il profeta del superuomo critica la Riforma per aver ristabilito il cristianesimo nella sua forma più genuina ed esecrabile di sistema morale e metafisico da Ciandala e nichilisti. È per questo che, nella sua Legge contro il cristianesimo, Nietzsche dichiara a viso aperto che “si deve essere più duri contro i protestanti che contro i cattolici”. [2]


Che si condivida il pensiero nietzscheano o meno, non si può non riconoscere che il cattolicesimo sia sempre stato, in ambito artistico come filosofico, in grado di instaurare dialoghi fecondi con le altre tradizioni. Il Rinascimento, con la sua riscoperta delle arti e delle scienze del mondo classico, è di sicuro un esempio. Ma questo non è affatto un caso isolato, e ne abbiamo la prova anche nell’immediato presente. Questa prova si chiama Luce. Si tratta della mascotte ufficiale del Giubileo 2025 e ha un profilo alquanto singolare. Luce è una piccola pellegrina creata secondo uno stile inequivocabilmente ispirato a quello degli anime da un artista italiano di nome Simone Legno, che si dice “alla ricerca costante di un linguaggio contemporaneo e universale".[3]





Potremmo aggiungere che questo è uno scopo anche della Chiesa cattolica. I due sono anche alleati nel trovare un modo per esprimere un messaggio che possa essere recepito dai giovani. E il modo che hanno trovato è precisamente quello di unire un insegnamento antico a un mezzo artistico innovativo.


Naturalmente, questa mossa non manca di generare polemiche. In un mondo variegato come quello cattolico, che fornisce un rifugio spirituale per più di un miliardo di persone, le dispute sono prevedibili e, in un certo senso, anche auspicabili.


Alcuni intellettuali cattolici di alto profilo si sono schierati apertamente contro Luce, tra cui Robert Sirico, co-fondatore del think tank libertario Acton Institute, o il filosofo tomista Edward Feser. In ogni caso, le obiezioni si basano soprattutto sul simbolismo di Luce, sulle caratteristiche molto “inclusive” dei suoi amici e sul fatto che la tradizione cattolica abbia già abbastanza arte.


Certi, come il già citato Feser, criticano il personaggio per rappresentare una sorta di infantilizzazione della cultura cattolica.








È evidente che un tomista come lo statunitense vorrebbe invece un ritorno al pensiero sistematico, un cattolicesimo che vince e convince grazie alla forza della ragione piuttosto che al sentimento.


Per rispondere, non si può non notare che l’entrata in scena di Luce risale a pochi giorni dopo la pubblicazione dell’enciclica papale Dilexit nos. Una scelta, probabilmente, da non rilevare come casuale. In questa, Papa Francesco dice chiaramente che


"Il cuore ha avuto poco spazio nell’antropologia e risulta una nozione estranea al grande pensiero filosofico. Si sono preferiti altri concetti come quelli di ragione, volontà o libertà. Il suo significato è impreciso e non gli è stato concesso un posto specifico nella vita umana.” [4]

È interessante notare come Francesco prosegua, pochi capitoli dopo, citando Heidegger nell’interpretazione di Byung-Chul Han, due filosofi che non sono di certo cattolici, per sottolineare come anche la speculazione filosofica inizi da un momento di tensione emotiva. [5]


Anche in questo caso si vede la volontà non solo di interloquire con tutti i più grandi pensatori e le più grandi filosofie, ma anche di passare loro un messaggio. Non ci si pone solo nella posizione di imparare, ma anche in quella di insegnare.


La forma mentis generale della Chiesa rimane tale e quale anche se ci si sposta sul piano geopolitico. Non ci si riferisce solo alle varie esortazioni alla pace e al dialogo che si è abituati a sentire in relazione ai conflitti che vanno avanti mentre scriviamo e leggiamo, ma a una tradizione di più lunga durata. Ad esempio, l’esortazione apostolica Dès le début del 1917 vede l’allora pontefice Benedetto XV rivolgersi ai capi dei popoli belligeranti nella prima guerra mondiale in qualità di guida super partes. Allora come oggi, il Papa non parla solo ai suoi fedeli, ma si rende portavoce di un messaggio universalmente valido, che tutti hanno bisogno di sentire a prescindere dall’appartenenza religiosa.


Viste queste premesse, non c’è da stupirsi se la Chiesa tenta di raggiungere i giovani con il suo messaggio. Se le iniziative di matrice cattolica come la Giornata Mondiale della Gioventù o il movimento Scout sanno di manifestazioni per giovani che sono già cattolici oppure, al contrario, di proposte che di cattolico hanno solo una parvenza formale, Luce rappresenta uno sviluppo nuovo e assolutamente inaspettato. La piccola mascotte è un tentativo di veicolare il messaggio universale tramite un mezzo nuovo, per un ascoltatore a cui il messaggio generalmente non interessa e la cui attenzione non si può catturare con i mezzi più vecchi.


Fonti:

[1] F. Nietzsche: L’anticristo: maledizione del cristianesimo, a cura di Ferruccio Masini, Adelphi, Milano 2015. Cp. 61, p. 350.

[2] Ivi, p.363

[3] A. Bouchet: Luce, la mascotte du Vaticain qui inspire les croyants, in “Le Point”, 30/10/2024, https://www.lepoint.fr/societe/luce-la-mascotte-du-vatican-qui-inspire-les-croyants-30-10-2024-2574096_23.php#11

[4] Francesco I, lett. Enc. “Dilexit nos”, 24/10/2024. Cp. 10.

[5] Ivi, Cp.16

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