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Israele e Iran, l’eredità bellica occidentale trascina la comunità internazionale alla guerra aperta

  • Matteo Meloni
  • 3 ott 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 6 ott 2024

Il nulla osta alle azioni genocide e alle logiche d’invasione israeliane sarà la causa del prossimo conflitto mondiale

 

Fonte: Ansa

Nella giornata del 1 ottobre il mondo è rimasto col fiato sospeso alla notizia della risposta dell’esercito della Repubblica Islamica d’Iran all’invasione di terra dello Stato d’Israele in Libano, obiettivo di lungo corso delle politiche sioniste che nelle ultime settimane hanno pesantemente colpito città e obiettivi militari, causando lo sfollamento di circa 100 mila persone nel Paese dei Cedri. Un ulteriore tassello di caos per una regione stuprata dalle potenze occidentali nel corso del periodo coloniale e che vede le logiche del passato ancora fortemente imposte nella malagestione della realtà vissuta dalle popolazioni locali.

 

La quotidiana cronaca che si registra in Asia Occidentale dal 7 ottobre 2023 a oggi è un’escalation continua e costante, con un minimo comune denominatore causa di destabilizzazione: l’atteggiamento aggressivo israeliano verso i suoi vicini, con le mire espansionistiche di Tel Aviv mai negate e sempre più evidenti. Una postura difficilmente frenabile, dato che lo Stato Ebraico giova della massima libertà d’azione garantita dagli Stati Uniti e da numerosi Governi del Vecchio Continente, quello italiano in primis che, insieme alla Germania, risulta tra i primissimi ad aver fornito materiale bellico all’esercito sionista.

 

Una dura verità che si scontra con le menzogne del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che a più riprese annunciò la fine delle forniture belliche all’IDF, Israeli Defence Forces. [1] Forniture che continuano ad arrivare attraverso Leonardo, ponendo l’Italia nella condizione di agevolare il genocidio in Palestina ad opera israeliana e la nuova, fresca invasione terrestre in Libano. [2] Mortificante per una nazione come l’Italia diventare complice del fascismo israeliano — visibile plasticamente nell’occupazione di territori e con le politiche di apartheid — dopo essere stata protagonista del Ventennio, delle leggi razziali, e della complicità col nazismo hitleriano nella Seconda Guerra Mondiale.

 

Commentando nei giorni scorsi la posizione italiana in politica estera, l’ex Presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale Giuliano Amato ha dichiarato: “L’Italia ha sempre abolito in politica estera, come in politica interna, il principio di non contraddizione. Noi non amiamo Aristotele, ma amiamo il ‘ma anche’, cioè stiamo su entrambi i lati. Abbiamo pagato duramente questo — ricorda Amato — perché l’inaffidabilità dell’Italia storicamente nasce non tanto dalla logica del ‘ma anche’, quanto dal fatto di stare prima su un lato e poi passare all’altro, prima che la guerra sia finita. Questo è capitato poco dopo la nascita del Regno d’Italia e ci ha perseguitato anche con la Seconda Guerra Mondiale. Noi non siamo affidabili — sottolinea l’ex Presidente del Consiglio — anche perché non vogliamo esserlo: vogliamo trarre i vantaggi da un lato e i vantaggi dall’altro”.

 

Difficilmente la storia perdonerà la posizione italiana, tedesca o statunitense rispetto ai crimini israeliani. Sarà complicato poter dare un colpo di spugna alle azioni dei Paesi complici del genocidio palestinese e della postura guerrafondaia sionista nella grande area dell’Asia Occidentale. Quando nel prossimo futuro saranno analizzate le cronache e i fatti degli ultimi anni, gli storici e gli studiosi analizzeranno con probabile maggiore distacco, ma col pennarello rosso in mano, il doppio standard utilizzato dal giornalismo mainstream e dalle politiche governative nei confronti delle mosse compiute dagli amici occidentali e di quelli ritenuti nemici. Se quella russa in Ucraina è giustamente definita invasione, quella israeliana in Libano è spesso chiamata ‘ingresso’ o ‘entrata’, con tutti i connotati di ammorbidimento della realtà attraverso l’uso di termini quali ‘operazioni limitate’.

 

Se Hezbollah o la Resistenza Palestinese mantengono le rispettive postazioni di comando in quartieri abitati da civili, vengono accusati di sfruttare in maniera criminale gli ‘scudi umani’ — senza che questo, s’intende, impedisca all’esercito israeliano di intervenire militarmente, vista la cifra di 40 mila persone uccise dall’IDF a Gaza ampiamente superata. Se, invece, il quartier generale del Mossad, obiettivo evidentemente militare, è nel cuore di Tel Aviv, come fatto notare dalla stessa CNN nelle scorse ore, si critica ampiamente l’intervento iraniano e il rischio che obiettivi civili possano essere colpiti. [3]

 

La Terza Guerra Mondiale non solo è alle porte ma è già iniziata. Siamo pienamente coinvolti militarmente e politicamente, nella vicinanza geografica e in quella diplomatica a Stati canaglia e Governi — come quello del criminale di guerra Benjamyn Netanyahu — colpevoli del non rispetto del diritto internazionale. La ricerca di soluzioni alternative è ridotta dalle logiche economiciste, dalla mancanza di coraggio nel perseguire una terza via, dall’inconsistenza della classe dirigente delle nazioni protagoniste del caos attuale. Ormai è troppo tardi per scendere dalla nave che affonda e sarà pressoché impossibile salire sul carro dei vincitori, ovvero quello del rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani, delle norme che la comunità internazionale si è data. L’Occidente, democratico con i suoi stessi simili e razzista con gli altri, ha fallito su tutta la linea.


Fonti:

[1] Redazione, Tajani, 'dal 7/10 bloccati i contratti di armi a Israele', Ansa, 14 marzo 2024, https://www.ansa.it/ansamed/it

[2] Duccio Facchini, Le forniture di Leonardo a Israele dopo il 7 ottobre. Smentito il governo, Altreconomie, 1 ottobre, 2024, https://altreconomia.it

[3] Redazione, CNN says Mossad headquarters in 'densely populated' area, raising eyebrows on social media, Middel East Eye, 1 ottobre 2024, https://www.middleeasteye.net

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