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Il genere è morto, il futuro è fluido

  • Paolo Falqui
  • 5 set 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Nonostante un ambiente politico reazionario, la società ha già superato il punto di non ritorno.


L'Ermafrodito dormiente, Bernini

Dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi abbiamo assistito a una trasformazione profonda della società, prima durante il denominato “secolo breve” (il Novecento, ndr) e poi durante ultimi decenni, con l’avvento di Internet e la circolazione istantanea delle idee. I cambiamenti politici, sociali ed economici hanno subito un’accelerazione vertiginosa, ben descritta dal sociologo Zygmunt Baumann come “modernità liquida”, nella quale l’unica certezza è l’incertezza e vengono meno tutti riferimenti culturali che permettevano una prevedibilità, e quindi un certo controllo, del proprio futuro. [1]

Comunicazione elettorale fuorviante con foto generata (male) con la IA (Fonte: profilo X, Matteo Salvini)

In mezzo a questi cambiamenti, così rapidi da superare la capacità di assimilazione di larghi strati della società, i più evidenti, contestati e politicizzati sono sicuramente quelli relativi alla sfera sessuale dell’individuo, i cui assiomi millenari sono stati sgretolati in una cinquantina d’anni; la reazione di rigetto alle nuove forme di vivere sessualità e identità di genere è la logica risposta alla perdita di riferimenti da parte di generazioni che hanno impostato il significato della propria vita su di essi, logica sapientemente cavalcata dai partiti conservatori nei modi più disparati (dalle dichiarazioni spesso deliranti della Ministra della Famiglia Roccella [2], alla campagna denigratoria di Matteo Salvini) alla ricerca di voti facili dettati dalla paura di ciò che non si conosce.


Per fare un discorso sui cambiamenti in atto bisogna partire ponendo dei punti cardinali che guidino e facilitino l’analisi e la comprensione: sesso biologico, identità di genere e orientamento sessuale sono tre aspetti differenti della natura umana, che, come fossero le tre dimensioni di un solido geometrico, si rapportano tra loro per definire l’individuo. La maggior parte dei discorsi reazionari sfruttano la confusione tra questi fattori, parlando di fantomatiche “teorie del gender” o ipotizzando che un ritorno della leva obbligatoria possa educare veri uomini, allineati alla visione prettamente binaria ed eteronormativa della sessualità.

 

Il sesso biologico tra questi termini è quello di più facile definizione, anche se importanti aspetti sono spesso sottovalutati. Si compone sì dell’informazione genetica dei cromosomi sessuali (XX o XY), ma non si può banalizzare nè totalmente ascrivere a un sistema totalmente binario. Infatti sono fondamentali nella definizione del sesso di un individuo non solo i genitali (caratteri sessuali primari), ma anche i caratteri sessuali secondari (lo sviluppo del seno o della voce, la barba, il pelo, eccetera), gestiti dalla produzione ormonale del corpo. In questo senso non si possono ignorare condizioni mediche nelle quali la varietà e la concentrazione ormonale differisce dallo standard; i casi possono essere vari, dalla presenza di genitali maschili e femminili contemporaneamente (intersessualità), all’iperandrogenismo femminile, fino ai casi più estremi come l’ermafroditismo, meno rari di ciò che comunemente si pensa. [3]

 

L’identità di genere è invece ormai unanimemente considerata come un costrutto socialmente determinato, più o meno relazionato con il sesso biologico a seconda del periodo storico o dello spazio fisico e sociale di riferimento, e riguarda tutte quelle “componenti comportamentali, espressive, di ruolo, e di aspettative di natura sociale” [4] che definiscono l’agire di una persona e il suo porsi in relazione a se stesso e agli altri, seguendo (o in opposizione a) strutture socialmente riconosciute. Nella maggior parte delle società umane odierne prevale il binarismo di genere, che assegna a ciascun sesso biologico una caratterizzazione che ne “guidi” il comportamento all’interno delle relazioni sociali e definisce aspettative su come un individuo debba apparire, comportarsi e considerarsi per poter aderire al genere di riferimento. Tuttavia il genere, come tutte le convenzioni umane, non è eternamente uguale, e ormai con la caduta dei ruoli di genere tradizionali di matrice cristiana e il crescere del non-binarismo sarebbe più corretto parlare di uno “spettro delle identità di genere”, nel quale il genere maschile e femminile si mescolano in forme sempre diverse per meglio adattarsi all’identità individuale rispetto alla norma sociale.

 

L’orientamento sessuale appartiene alla sfera dei gusti e delle preferenze dell’individuo e ormai da tempo la società ha in gran parte superato l’idea dell’eterosessualità come standard; l’accettazione dell’omosessualità, seppur difficoltosa, è stato il primo passo nella fluidificazione della società già nel secolo scorso, e il concetto di “spettro dell’orientamento sessuale”, dentro il quale troviamo tutte le espressioni della sessualità, è ampiamente riconosciuto. Ciò non vuol dire che non vi siano ancora conati omofobi o in generale di negazione della varietà e della diversità; tuttavia già in 38 Paesi nel mondo il matrimonio tra persone dello stesso sesso è perfettamente equiparato a uno eterosessuale, mentre in svariati altri (tra cui l’Italia), pur non essendo equivalente, vi è una forma di unione istituzionalmente riconosciuta. Va rimarcato che l’orientamento sessuale non dipende dal sesso di nascita o dall’identità di genere: pur essendone influenzato, esso è una preferenza che si sviluppa indipendentemente e relazionandosi con le altre due “dimensioni” definisce l’individuo formando una grande varietà di combinazioni. Allo stesso modo bisogna considerare che, come tutti i gusti, è più suscettibile a fluttuazioni e cambi, e quindi definisce l’individuo in un momento specifico, non necessariamente durante tutta la vita.

 

Capire come questi tre fattori si distinguono e come si influenzano reciprocamente è fondamentale per comprendere l’idea di fluidità che sta soppiantando la tradizionale dicotomia tra uomo-maschile-attratto da donna e donna-femminile-attratta da uomo, figlia di un dogmatismo religioso non dissimile dalle imposizioni che perdurano nei Paesi arabi o africani, e che ancora oggi frena il cammino verso una società inclusiva e aperta alle diversità, specie in Italia. In particolare, sono le nuove generazioni che stanno dando impulso al cambiamento, in uno scontro valoriale che sta trasformando profondamente l’approccio a questi temi, anche tra fasce di popolazione d’età più avanzata, costrette a confrontarsi con la novità negli ambienti familiari.


Gli esempi di come la sensibilità sia profondamente cambiata sono letteralmente ovunque: la moda e l’arte sono state apripista e bisogna solo gettare un occhio alle passerelle dei grandi stilisti o alle liste di Spotify per trovare innumerevoli esempi di outfit androgini e richiami a una fluidità di genere che fugge dalla classica distinzione maschile/femminile. A tutto questo si somma l’ascesa di Netflix nell’ultima decade, che ha investito molte risorse nel presentare storie con un’enorme (a volte incluso stucchevole) diversità di generi e identità; serie come Élite, molto seguite dalle giovani generazioni, si caratterizzano per uno stile quasi educativo nella forma di raccontare e affrontare questioni come la disforia di genere o qualunque diversità dallo standard tradizionale. Non sorprende che i giovani cresciuti con questi esempi abbiano un’attitudine totalmente differente rispetto alle generazioni cresciute con “Uomini e Donne” o i film romantici hollywoodiani classici. Le statistiche in merito sono poche, ma secondo uno studio del 2022 negli Stati Uniti il 5,5% degli intervistati appartenenti alla Generazione Z si è identificato come transgenere o non binario, una differenza abissale rispetto alle generazioni precedenti. La stessa differenza la troviamo nelle statistiche sull'appartenenza al collettivo LGBTQIA+ nel quale la percentuale è oltre il 20% (30% fra le donne), confermando come i nati a cavallo del nuovo millennio abbiano una visione molto più libera di sé e della sessualità. [5] [6]

Brad Pitt indossa una gonna da uomo (Fonte: Brien Kriedman, Getty Images)

Gli stessi studi mettono in evidenza come, seppur in percentuali minori, anche nelle altre generazioni la tendenza è decisamente in aumento e un altro dato interessante è che ciò avvenga indipendentemente dal clima politico. Nello studio “Generations” di Jean M. Twenge, focalizzato sugli Stati Uniti, si osserva come l’incremento di persone che si identificano come trans o non binari è pressoché identico negli Stati a maggioranza democratica e in quelli a maggioranza repubblicana.


Fenomeni sociali come quelli che stiamo osservando sono così profondi, infatti, da non poter essere fermati dalla politica, così come la Chiesa Cattolica non fermò l’affermarsi della scienza e i vari muri in giro per il mondo non hanno fermato le migrazioni; la pretesa delle destre di “fermare il vento con le mani” inseguendo i votanti con la rassicurazione di un mondo conosciuto si è rivelata finora irrealizzabile, nonostante la quantità di odio con cui la alimentano.


Ormai il treno è lanciato in corsa e la politica, come sempre in ritardo, dovrà fare i conti nei prossimi anni con una società mutata, multiculturale e fluida, che avrà la sempre crescente necessità di essere riconosciuta e difesa; gestire la “modernità liquida” del presente e del futuro è la grande sfida, tornare al passato è ormai impossibile.


Fonti:

[1] Elena Sperduti, Bauman e la modernità, Gutenberg, 20 giugno 2020, https://gutenbergmagazine.it/bauman-e-la-modernita-liquida/

[2] Redazione, L'Italia non firma il testo Ue sui diritti Lgbt. L'opposizione insorge. Roccella: "Usano l'omofobia per avere il gender", Huffpost, 17 maggio 2024, https://www.huffingtonpost.it

[3] Intersessualità, Wikipedia, https://it.wikipedia.org

[4] Identità, espressioni di genere e orientamenti sessuali, Università per stranieri di Perugia, https://www.unistrapg.it/it

[5] Jean M. Twenge, How Gen Z Changed Its Views On Gender, Time, 1 maggio 2023, https://time.com

[6] Jeffrey M Jones, LGBTQ+ Identification in U.S. Now at 7.6%, Gallup, 13 marzo 2024, https://news.gallup.com

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