Il COVID-19 e le economie dei Paesi MENA (Middle East and North Africa)
- Francesca Deiana
- 4 gen 2021
- Tempo di lettura: 2 min

È febbraio quando a Qam, a nord di Teheran, vengono accertate le prime due morti per Covid-19. Secondo le autorità sanitarie il cosiddetto paziente 0 è un commerciante che aveva fatto ritorno da pochi giorni da un viaggio in Cina. Il 29 febbraio i contagiati sono 593 e l’Iran diventa l’epicentro della pandemia nell’area MENA. Nella stessa data altri Stati della regione, tra cui Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Libano, Kuwait, Egitto e Qatar, iniziano a registrare i primi casi. Ad oggi, i casi accertati di Covid-19 nell’area MENA sono sei milioni.
La pandemia e i lockdown decisi dai governi per frenare la diffusione dei contagi del Coronavirus hanno duramente colpito i due settori portanti delle economie dei Paesi della regione: esportazione del petrolio e turismo.
Come primo effetto,la diminuzione della domanda di petrolio dalla Cina, domanda che costituisce il 14% della domanda globale, ha prodotto un abbassamento del prezzo del petrolio, passando così dal costo di 68,90$ al barile del 1 gennaio 2020 al costo di 50,50$ al barile del 28 febbraio. Per fronteggiare le perdite, i Paesi dell’OPEC hanno ridotto la produzione di petrolio da 1,7 milioni a 600mila barili. Secondo la Banca Mondiale, tuttavia, l’economia dei Paesi produttori di petrolio dell’area MENA subirà una decrescita del 5,2%.
Il secondo effetto immediato in quasi tutti i Paesi MENA è stato quello di sospendere i voli e negare i visti a chiunque provenisse da Paesi che avevano registrato casi di Covid-19, colpendo così il settore turistico. Secondo l’UNWTO (in italiano OMT, Organizzazione mondiale del turismo)da gennaio a ottobre si è registrato un calo del 73,3% degli arrivi in Medio Oriente e del 76,3% degli arrivi in Nord Africa, un calo che compromette anche il settore dell’aviazione, che nella regione offre lavoro a 6,7 milioni di persone. Gli effetti più disastrosi in merito al calo del turismo sono stati registrati da Tunisia, Egitto, Marocco e Libano, mentre la chiusura dei luoghi sacri e la sospensione dei pellegrinaggi a Medina e La Mecca hanno comportato un’ulteriore colpo agli spostamenti delle persone (specialmente nel periodo del Ramadan) e dunque al settore turistico.
Secondo l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), l’area MENA avrebbe perso 42 miliardi di dollari di PIL nel 2020;nello specifico,i Paesi esportatori di petrolio conosceranno forti perdite dovute all’aumento della spesa pubblica per fronteggiare la pandemia associata alla diminuzione delle rendite petrolifere. L’abilità di fronteggiare il virus, infatti, dipende anche dalla solidità dei sistemi sanitari nazionali. Appare evidente che i sistemi sanitari nazionali dei Paesi che stanno vivendo una guerra civile, come la Siria e lo Yemen, non sono stati in grado di fronteggiare la pandemia; quello che è meno evidente è che la reattività di un sistema sanitario nazionale può incontrare degli ostacoli anche in Paesi molto ricchi se l’economia di questi è fondata principalmente su un solo settore.
Un caso a parte è costituito infine dall’Iran, pesantemente penalizzato dall’embargo imposto dagli Stati Uniti.
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