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Dai campi di calcio alle Olimpiadi: l'intervista a Lorenzo Patta

  • Ludovica Sarais
  • 12 giu 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Nato a Oristano nel 2000, Lorenzo Patta è campione olimpico nella staffetta 4x100 delle Olimpiadi di Tokyo 2021. Dopo aver conquistato l'argento ai Mondiali di Budapest lo scorso anno, si prepara ora ad affrontare le Olimpiadi di Parigi, che si terranno dal 26 luglio all’11 agosto.


La sua avventura nell'atletica leggera è iniziata nel 2016 ai campionati studenteschi, dove l'incontro con il suo attuale allenatore ha cambiato tutto. Dopo undici anni trascorsi sui campi da calcio, Patta ha deciso di esplorare questa nuova disciplina. “Ho sempre avuto una passione per la corsa; anche quando giocavo a calcio, il mio punto di forza era la velocità”, racconta l'atleta ai nostri microfoni. “Mia madre mi dice sempre che, fin da bambino, correvo sulla spiaggia senza che nessuno riuscisse a fermarmi.”

Recentemente, Patta ha subito un infortunio, ma sembra averlo superato come testimoniato dalla partecipazione agli Europei di atletica con la staffetta 4x100. Motivo per cui il velocista si dichiara ancora più pronto per le nuove sfide che lo attendono. “La mia vita non è cambiata molto dopo l'oro olimpico, ma la pressione per le Olimpiadi di Parigi inizia a farsi sentire” confessa. “Il mio obiettivo è salire nuovamente sul podio. Il segreto del successo sta anche nei rapporti con i propri compagni: nella staffetta, si corre anche per loro, oltre che per sé stessi.”


Patta ci svela qualche dettaglio sui suoi allenamenti, focalizzati su esplosività e velocità: ogni sessione è un tassello che prepara la successiva, con la gara che rappresenta solo l'ultimo tratto di un lungo percorso. “Una competizione si costruisce passo dopo passo, allenamento dopo allenamento.

E non bisogna mai sottovalutare l'aspetto emotivo”, spiega il campione olimpico. Poi aggiunge: “Ancora oggi, quando ripenso a Tokyo, mi sembra di aver corso una gara come le altre, forse anche per la mancanza del pubblico; c’erano solo 3000 persone, principalmente allenatori e staff tecnici.”

Dopo gli Europei, le Olimpiadi di Parigi offriranno al velocista isolano un'opportunità unica di correre davanti a un pubblico molto più ampio, un'esperienza che ha già assaporato ai Mondiali di Budapest. Tuttavia, ammette che la distanza da casa e dalla famiglia è una delle sfide più difficili. “Anche se i miei compagni di squadra mi fanno sentire a casa, mi manca molto stare con la mia famiglia e i miei amici. La mia professione richiede sacrifici e viaggi, ma sono felice di farlo se porta risultati che rendono orgoglioso chi mi sta vicino.”


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