Cosa insegna il caso di Julian Assange
- Lorenzo Puddu
- 3 lug 2024
- Tempo di lettura: 6 min
Si conclude così un caso durato quattordici anni e che ha diviso l’opinione pubblica
Molte testate hanno titolato i propri giornali con lo stesso titolo: Julian Assange è finalmente libero. Dopo sette anni di permanenza all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador, Stato che gli offrì asilo politico, e cinque anni di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh nel Regno Unito, il co-fondatore di Wikileaks è stato liberato ed è tornato in Australia. Martedì 25 giugno, Assange ha stipulato un accordo [1] con la Corte di Giustizia degli Stati Uniti d’America, ammettendo la propria colpevolezza per la divulgazione di documenti sensibili per la sicurezza nazionale statunitense. Questi documenti, relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan, costituiscono una delle maggiori violazioni della sicurezza nella storia degli Stati Uniti. Sono stati inoltre divulgati cablogrammi diplomatici e diversi video [2], tra gli altri uno risalente al 2007 in cui un elicottero americano Apache sparava contro presunti rivoltosi iracheni, provocando la morte di dodici civili, tra cui due giornalisti della Reuters.
Chi è Julian Assange e perché è stato condannato
Julian Assange è un giornalista freelance australiano specializzato in informazione digitale. Nel 2006 fonda WikiLeaks, un’organizzazione non profit internazionale avente lo scopo di analizzare e pubblicare documenti riservati o censurati di governi, aziende e altre istituzioni riguardanti la guerra, lo spionaggio e la corruzione [3], per promuovere la trasparenza e la libertà di informazione. [4] Sfruttando le debolezze della rete, Assange accede a varie banche dati per procurarsi notizie e denunciare illegalità, pubblicando su testate internazionali come Spiegel, New York Times, El País, Le Monde e The Guardian. Il lavoro di Assange finisce per diramare in tutto il mondo dossier di massima segretezza che alcuni Stati custodivano: fra il 2007 e il 2010 il sito pubblica numerosi documenti riservati [5], riguardanti soprattutto gli Stati Uniti d’America e le operazioni militari condotte in Iraq e Afghanistan, oltre a diverse comunicazioni diplomatiche. In questa fuga di notizie, avvenuta grazie anche all’aiuto [6] dell’allora ex militare dell’esercito Bradley Manning [7], un documento in particolare attira l’attenzione: si tratta di un video [8] del 2007 che mostra un attacco condotto dalle forze statunitensi con l’elicottero Apache a Baghdad contro i civili [9], un’operazione finita con la morte di circa undici persone tra cui due giornalisti della Reuters.
Nel 2010 la Svezia emette un mandato d’arresto europeo contro Assange con l’accusa di stupro ai danni di due donne, accuse che lui rifiuta;, viene arrestato in Inghilterra, ma rilasciato su cauzione. [10] Nel febbraio dell’anno successivo, la Westminster Magistrates Court di Londra ordina l’estradizione di Assange in Svezia che fa ricorso in appello, ma dopo che la Corte Suprema britannica lo respinge nel giugno del 2012 il giornalista, violando la libertà condizionale, si rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra chiedendo asilo politico, condizione che ottiene ad agosto dello stesso anno e che gli permette di rimanere legalmente nell'ambasciata. Nel 2017, i pubblici ministeri svedesi abbandonano il caso per mancanza di prove, per il tempo trascorso [11] e per l’impossibilità di procedere nel mentre che Assange si trova nell’ambasciata ecuadoriana; inoltre, nello stesso anno diventa nuovo presidente dell’Ecuador Lenín Moreno, che rispetto al predecessore Rafael Correa si rivelerà ostico per Assange. Nel 2018 un tribunale britannico stabilisce che il mandato di arresto per Assange per la violazione dei termini della libertà condizionale rimane valido, mentre l’Ecuador rende noto di aver sospeso l’accesso a internet di Assange e di avergli vietato di ricevere visite perché i suoi messaggi sui social media stanno mettendo “a rischio le buone relazioni” con la Gran Bretagna, l’Unione Europea e altre nazioni. [12]
Nell’aprile del 2019 Assange viene arrestato: dopo essere stato accusato dal presidente Moreno di aver violato più volte le condizioni d’asilo, gli viene revocato l’asilo politico e, portato fuori dall’ambasciata, viene inizialmente arrestato per aver violato i termini della cauzione e successivamente per l’accusa di hacking informatico proveniente dai procuratori federali statunitensi, che ne chiedono l’estradizione. [13] Da quel momento in poi è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh in condizioni durissime, tanto che il relatore speciale delle Nazioni unite sulla tortura, Nils Melzer, chiede alle autorità britanniche di liberarlo immediatamente. [14] Anche la sua compagna Stella Moris ha modo di parlare delle condizioni cui è stato sottoposto il marito, sposato proprio nel carcere di massima sicurezza. [15] Nell’ultima settimana di giugno è arrivata la svolta: Assange è tornato nel suo Paese, l’Australia, ma non potrà più tornare negli Stati Uniti a meno che non sia in possesso di un permesso.
Che cosa ci insegna tutto questo
Julian Assange è sicuramente una figura polarizzante: considerato un criminale da alcuni, soprattutto dagli Stati Uniti d’America, viene visto come un eroe da altri perché ha esposto i segreti sulle operazioni militari americane in Iraq e Afghanistan. La conclusione di una vicenda durata quattordici anni e che assume i tratti di una vera e propria epopea, sembra una vittoria per il giornalismo e per la libertà di stampa. Ma è davvero così? Andiamo a riflettere sulla questione.
È bene precisare che, nonostante l’accesso fosse illegale, Julian Assange entrando nella banca dati del Pentagono ha trasferito da fonti originali e autentiche i documenti che voleva divulgare; quindi, non ha alterato o manipolato in alcun modo le informazioni ottenute. Per quanto possa essere discutibile il modo in cui è venuto a conoscenza di importanti informazioni riservate, Assange ha fatto quello che qualsiasi giornalista dovrebbe fare: ha rivelato la verità dei fatti, suscitando di conseguenza un certo clamore nell’opinione pubblica americana e non solo. L’accusa che poi Assange stesso sarà costretto ad ammettere in cambio della propria libertà, è quella di aver violato la segretezza di Stato, vedendosi combinata una pena di 175 anni di reclusione. In virtù di questo, è giusto che un giornalista, per avere svolto il proprio compito, e in questo caso specifico per aver divulgato verità nascoste, debba essere incarcerato e subire questo genere di trattamento? Inoltre, è equo che uno Stato che viene smascherato per avere commesso gravi violazioni passi inosservato?
La divulgazione di queste informazioni non mette in discussione l’autorevolezza dell’istituzione in sé, ma mostra come alcuni Stati coprono attività che vanno a ledere i diritti umani. Fra gli atti che vengono divulgati, infatti, sono emerse anche le torture svolte nel carcere statunitense di Guantanamo, e in questo caso è bene riflettere ancora su quanto possa essere grave la penetrazione della banca dati del Pentagono attuata da Assange a fronte della gravità dei crimini che ha scoperto e denunciato.
Julian Assange ha agito in nome della libertà di informazione e della trasparenza, eppure il messaggio che trapela da questa vicenda è il seguente: state attenti, non diffondete atti che dichiarano criminale uno Stato che ha posto segretezza sulla propria attività, perché questo è ciò che vi aspetta. Nel XXI secolo è fondamentale capire se ci sono ancora le basi per un’informazione libera e trasparente, ma se un giornalista che mostra la verità dei fatti deve rischiare di incorrere in ciò che ha subito Assange, allora si mediti se davvero l’informazione può essere libera nel momento in cui si mostra cosa realmente accade in luoghi di conflitto e contesti pericolosi. Julian Assange non è la prima persona che è stata perseguitata per queste azioni, e purtroppo potrebbe anche non essere l’ultima.
Fonti:
[1] Redazione, C'è un accordo per la liberazione di Julian Assange, Il Post, 25 giugno 2024, https://www.ilpost.it/
[2] Redazione, Julian Assange patteggia con gli Stati Uniti: è tornato in libertà, lascia la prigione di Londra, rainews.it, 25 giugno 2024, https://www.rainews.it/articoli/
[3] Wikileaks, https://wikileaks.org/
[4] Secci Francesca, Julian Assange è libero e torna in Australia: cos'è Wikileaks e di cosa era accusato, quifinanza.it, 25 giugno 2024, https://quifinanza.it/attualita/
[5] Redazione, Cos'è WikiLeaks oggi, Il Post, 25 giugno 2024, https://www.ilpost.it/
[6] Marta Serafini, Dall'Australia alle Isole Marianne, storia di Julian Assange e di un'epopea lunga un quarto di secolo, Corriere della Sera, 25 giugno 2024, https://www.corriere.it/esteri/
[7] Chelsea Manning, Wikipedia, https://it.wikipedia.org/
[8] Giulio Avataneo, Julian Assange: il video shock dall'Iraq diffuso da WikiLeaks da cui tutto è iniziato, LA7, 26 marzo 2024, https://tg.la7.it/esteri/
[9] David Leigh, Iraq war logs: Apache crew killed insurgents who tried to surrender, The Guardian, 22 ottobre 2010, https://www.theguardian.com/
[10] Redazione, Julian Assange timeline: A criminal or a hero?, Al Jazeera, 25 giugno 2024, https://www.aljazeera.com/
[11] Marconi Cristina, Julian Assange, la Svezia ritira le accuse di stupro, ma Londra: «Lo arresteremo», ilmessaggero.it, 20 maggio 2017, https://www.ilmessaggero.it/
[12] Redazione, Le tappe del caso Assange: Wikileaks, gli scoop sulle sulle guerre Usa, le accuse di stupro, gli anni e la paternità in ambasciata, il carcere, il rilascio, Il Fatto Quotidiano, 25 giugno 2024, https://www.ilfattoquotidiano.it/
[13] Ruairi Casey, WikiLeaks’ Julian Assange found guilty of breaching bail terms, Al Jazeera, 12 aprile 2019, https://www.aljazeera.com/
[14] Arturo Di Corinto, Assange, l’inviato dell'Onu contro la tortura chiede il rilascio, Wired Italia, 9 dicembre 2020, https://www.wired.it/attualita/politica/
[15] Stella Assange, 'Julian trattato come il peggior criminale', Ansa, 16 giugno 2024, https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/
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