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Cina: Xi piglia tutto, ma a che prezzo?

  • Immagine del redattore: Lorenzo Pucci
    Lorenzo Pucci
  • 11 nov 2022
  • Tempo di lettura: 5 min

“Il tempo e le circostanze sono dalla nostra parte”

Questa frase, stando a Stefania Stafutti, docente di Lingua e Letteratura Cinese dell’Università di Torino, è diventata virale nei social cinesi in seguito ai festeggiamenti del Centenario del Partito Comunista Cinese (PCC). [1]

Ed è, allo stesso tempo, il miglior riassunto di quanto accaduto durante il XX Congresso del PCC, specialmente per Xi Jinping e i suoi sodali.


La fase congressuale nella Repubblica Popolare Cinese, oltre a essere un momento di ricambio nelle gerarchie partitiche, rappresenta una fase di giudizio dell’operato dei leader e un indicatore di forza delle varie correnti politiche presenti all’interno del partito. E questo Congresso è per tutti quello in cui Xi Jinping ha ottenuto il controllo totale del partito e del Paese, dopo un processo di accentramento del potere sviluppato a partire dal 2012.

A oggi non solo è stato sdoganato il limite dei due mandati, ma tutte le posizioni chiave all’interno della macchina governativa cinese sono occupate da uomini vicini al Presidente.

Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica: siamo sicuri del fatto che questa sia una scelta supportata? E cosa più importante, ne è valsa la pena?


Ringiovanimento Nazionale: il nuovo mantra

Come detto, il Congresso del PCC è un momento in cui si fa un bilancio del mandato presidenziale.

Il Presidente Xi non ha mancato l’appuntamento, presentando il tipico report di fine mandato dove non solo ha ricordato gli obiettivi raggiunti dalla Repubblica Popolare Cinese sotto la sua guida, ma ha delineato anche gli obiettivi centrali che il partito dovrà perseguire nel nuovo mandato. Tra questi c’è il cosiddetto “ringiovanimento nazionale”, considerato da Xi come un qualcosa d'inevitabile per la Cina. [2]

Questo ringiovanimento consiste nel riportare la Repubblica Popolare Cinese a occupare nel mondo quel posto che aveva prima delle penetrazioni europee cominciate nel 1839 con la Prima Guerra dell’Oppio. Non è una data causale, bensì un chiaro riferimento all’inizio del Secolo dell’Umiliazione, periodo storico che vide una totale mancanza di sovranità nazionale che ebbe termine con la nascita della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.

Come ricorda Filippo Fasulo (co-head dell'Osservatorio Geoeconomia dell'ISPI, ndr), gli obiettivi primari dovranno essere raggiunti nel 2035 e non in concomitanza con il centenario della nascita della RPC, una data molto più prossima e che potrebbe vedere un diretto successore di Xi al comando del partito. [3] Alla base del rinnovamento nazionale ci sono lo sviluppo, da intendere come tecnologico ma rispettoso dell’ambiente, e la sicurezza, un pilastro che merita un discorso a parte.


Una questione di sicurezza: Covid e Taiwan

Nel report del Presidente Xi, e durante l’ora e quaranta di discorso, la parola sicurezza è stata ripetuta ben 50 volte. [4]

Per il governo cinese assicurare la stabilità estera e interna sarà l’obiettivo centrale nei prossimi anni. Ciò vuol dire che ci sarà un focus sulla gestione del sistema di lockdown del Covid-19 e un’attenzione ancora più mirata verso quei dossier di politica estera che da diverso tempo sono diventati un punto nevralgico della politica estera cinese.


La questione prioritaria resta tuttavia quella taiwanese.

Prima del Congresso è bastata la visita sull'isola della Speaker della Camera statunitense Pelosi a infiammare gli animi di Pechino. Xi nel discorso ha ovviamente tenuto conto di quanto accaduto e ha ricordato che la riunificazione con l’isola di Formosa avverrà. Le modalità con le quali questa unificazione sarà compiuta restano fumose, perché per quanto l’obiettivo centrale sia quello della riunificazione pacifica, Pechino non rinuncerà all’uso della forza qualora fosse necessario. [5]


Per quanto riguarda la questione Covid-19, che ha portato a una serie di proteste interne contro la gestione delle autorità centrali, sembrerebbe che Pechino si stia muovendo verso una riapertura totale per il prossimo marzo. Queste al momento sono delle speculazioni, visto che non ci sono delle vere e proprie dichiarazioni ufficiali, ma sono notizie che fanno gola agli investitori esteri. Nell'ultimo periodo infatti il CSI 300, indice della borsa cinese composto dai 300 titoli a maggiore capitalizzazione nelle borse di Shanghai e Shenzen, ha avuto la più alta crescita di valore dallo scorso maggio.

L’interesse da parte degli investitori stranieri per l’allentamento delle misure Covid potrebbe spingere il Governo cinese a confermare quanto detto sulla fine della zero covid policy, viste anche le gravi perdite economiche che le aziende cinesi hanno subito in questi mesi.

Molti analisti però sono del parere che la Cina scardinerà la sua politica anti covid in modo graduale. [6]

La Xi-Crazia

Era risaputo che il Presidente Xi avrebbe ottenuto il terzo incarico consecutivo, specie considerando l’abolizione del vincolo del doppio mandato avvenuto del 2021.

Quello che diversi analisti volevano osservare durante il Congresso erano le varie nomine alle cariche statali centrali.

Nel comitato permanente del Politburo, l’organo decisionale più importante della Repubblica popolare cinese, i sei membri escluso Xi Jinping sono persone politicamente vicine a lui. [7] Non solo è stata scritta la storia con lo sdoganamento del terzo mandato, ma il Presidente rieletto è riuscito a incrementare ulteriormente il suo potere su tutta la macchina decisionale nazionale. Gli eletti sono: Li Qiang, Cai Qi, Ding Xuexiang, Li Xi, Wang Huming e Zhao Leji. Curiosa la presenza di Li Qiang, segretario del Partito a Shanghai e bersaglio principale delle critiche sulla gestione Covid durante il duro lockdown della città avvenuto nella prima metà del 2022.

La sua nomina va in controtendenza con il modello di Paese propagandato dal Governo all’estero e tra la sua popolazione. Non vanno più avanti i meritevoli e i più capaci, ma quelli con le migliori connessioni.

Simone Pieranni, nel suo ultimo libro “La Nuova Cina”, spiega come in realtà anche il modello meritocratico cinese ha le sue falle. [8]

Ne è valsa la pena?

Prendere il controllo di un partito come il Partito Comunista Cinese non è stato sicuramente facile per il Presidente Xi.

Storicamente è stato sede di lotte intestine e di grandi purghe proprio a causa della lotta per il controllo totale del processo decisionale, fatto che è avvenuto anche negli ultimi anni sotto l’egida delle “Lotta alla Corruzione”, fiore all’occhiello dell’agenda politica domestica di Xi Jinping.

Controllo totale però non è sinonimo di stabilità. La popolazione cinese avrà sicuramente delle grosse aspettative nei confronti del Governo, specie per quanto riguarda i dossier chiave come la riunificazione e il miglioramento delle condizioni di vita medie. Dovranno essere affrontate sfide complesse come il calo della natalità e un sistema economico in crisi nonostante i grandi numeri della crescita del PIL che non bastano a definire il sistema economico cinese in salute. E queste sfide dovranno essere affrontate in un contesto ben poco propenso alla leadership cinese.


Le politiche draconiane sul tema lockdown e un’economia in crisi potrebbero addirittura spingere la popolazione a manifestare il proprio dissenso visto anche lo strappo con la tradizione dei due mandati.

Non possiamo dire con certezza se Xi Jinping abbia fatto una buona mossa nell’accentrare su di sé tutto il controllo politico, ma una cosa è certa. In queste settimane si è scritta una pagina di storia globale, e il tempo effettivamente è dalla parte di Pechino.


Fonti: [1] S. Pieranni, Timone, Substack, 30 settembre 2022, https://ilpartito.substack.com/

[2] R. Bultrini, Guarda al mondo il «ringiovanimento» di Xi Jinping, Il Manifesto, 9 luglio 2021, https://ilmanifesto.it/

[3] F. Fasulo, La Linea di Xi, Ispi, 18 ottobre 2022, https://www.ispionline.it/it/

[4] Redazione, Cina e Asia- Il discorso di Xi al congresso, China Files, 17 ottobre 2022, https://www.china-files.com/

[5] Redazione, China Says It’s Historically ‘Closer Than Ever’ to Taiwan Unity, Bloomberg, 26 ottobre 2022, https://www.bloomberg.com/n

[6] Z. Shidong, Rumours of an end to China’s zero-Covid policy could send stocks on a roller-coaster ride, analysts say, South China Morning Post, 2 novembre 2022, https://www.scmp.com/business/china-

[7] F. Giuliani, La scatola nera della politica cinese: chi fa parte della squadra di Xi, InsideOver, 23 ottobre 2022, https://insideover.ilgiornale.it/politica/

[8] S. Pieranni, La Cina Nuova, Editori Laterza, 2021, pp. 53-62


Fonte copertina: Pinterest

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