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Cagliari | SiAmo risorti, grazie Claudio Ranieri

  • Francesco Ortu
  • 28 mag 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Il pasillo de honor per Claudio Ranieri al termine della sfida con la Fiorentina Foto Facebook Cagliari Calcio / Valerio Spano

Il Cagliari saluta il proprio mister Claudio Ranieri in un roboante match che lo vede sconfitto, in zona Cesarini, dalla Fiorentina per 3-2. Una partita che ha rappresentato una commovente passerella per il tecnico di Testaccio, ma non solo.


Il match

Nessun turnover per i padroni di casa, che si schierano in un classico 4-4-2 . Il Cagliari gioca con la mente libera e lo si vede dall’atteggiamento arrembante. Dopo appena 10 minuti i rossoblù collezionano due occasioni dalla sinistra sull’asse Lapadula-Luvumbo. I padroni di casa sono su di giri e vanno vicinissimi al gol con Deiola, Prati e Viola, occasioni intervallate dalla grandissima occasione di Belotti con Scuffet che fa gli straordinari. Ma, come si suol dire, gol sbagliato e gol subito. Sono i toscani a sbloccare la gara con un gran gol di Bonaventura. Gli uomini di Ranieri non si arrendono e trovano il pareggio con Lapadula che, però, è in fuorigioco.


Nel secondo tempo la Fiorentina cambia e si porta a trazione anteriore per cementare il risultato. È però il Cagliari a trovare il gol, con Deiola, che vede l’esultanza strozzata da un fuorigioco che viene tolto dopo l’intervento del Var. I cagliaritani sono galvanizzati e trovano addirittura il vantaggio con il subentrato della Primavera Kingstone, che manda in visibilio la folla con un gran gol. La Unipol Domus diventa una bolgia. L’entusiasmo si spegne però rapidamente, con gli uomini di Italiano che pareggiano rapidamente poco dopo su un calcio piazzato per via di una disattenzione di Mina che lascia agire indisturbato Nico Gonzalez. I minuti finali sono dedicati alle passerelle, con le standing ovation per Nandez, Mancosu e Aresti. Gioia parzialmente rovinata dal rigore in zona Cesarini segnato da Arthur. Il risultato non era però importante, era tempo di festa e degli addii.


Fra lacrime e futuro

Il post-partita è un saluto caloroso, un abbraccio incredibile fra due anime affini che non vorrebbero lasciarsi ma che, in realtà, sanno che saranno eternamente legate. La commozione dello stadio e dei giocatori in campo è forse il regalo migliore che poteva essere fatto ad una Leggenda del calcio italiano come Claudio Ranieri, ma non solo. Un saluto proprio dove è cresciuto, è stato coccolato, accudito ed amato. Ranieri, che nell’immaginario collettivo isolano e rossoblù ha un posto inscalfibile dietro solo a quel Titano che è Riva, ha saputo cementare e far rendere il capitale umano e collettivo nonostante i limiti, raggiungendo un risultato che, visti i prodromi, sembrava quasi una chimera. Così si è allontanata l'ombra di un fallimento che Ranieri non avrebbe potuto sopportare, considerato il legame con la piazza e la sua volontà di non macchiare la sua figura verso il suo pubblico ma, soprattutto, la sua gente. Fattori che hanno contribuito anche, secondo le sue parole, a dire basta e salutare l’ultima volta.


Il saluto e le lacrime del tecnico hanno messo in secondo piano altri addii che vedranno coinvolta la rosa. L’ingresso nella finale della partita di giovedì di Mancosu e Aresti potrebbe essere stato l'indizio di una separazione che è invece già ufficiale con Nandez, abbracciato dai tifosi della Nord a fine gara. Questi episodi sanciscono la fine di un ciclo e di un’ossatura che è stata testimone dei momenti più agrodolci della gestione Giulini. In attesa della decisione di Pavoletti, si può dire che sicuramente siamo all'apertura di un nuovo ciclo. Quello appena concluso, pur nella sua breve durata, ha visto un peso specifico di Ranieri notevole, nell’ecosistema societario e non solo. Tutti questi elementi fanno sì che la ricostruzione risulti quasi un salto nel buio. La dirigenza dovrà lavorare alacremente, dal punto di vista tecnico e sportivo, per tamponare la perdita di un tecnico che con il suo carisma e il suo credito poteva coprire gli errori e i passi falsi della società.


L'eredità lasciata è di quelle pesanti sotto il punto di vista qualitativo e affettivo. Il quadro però potrà anche trasformarsi in un ulteriore stimolo. Da questo punto di vista le settimane del club di Sa Ruina si prospettano delicate, con una costruzione della rosa e la scelta della guida tecnica che appaiono più che mai delicate in virtù di una serie Serie A che si appresta ad essere più complicata ed agguerrita. Con un ambiente che, dopo un anno di stasi, si appresta a infuocarsi nuovamente verso una società il cui vero amore non appare essere mai sbocciato.

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