Cagliari, sconfitta pesante contro il Napoli
- Davide Casula
- 17 set 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Nell’ormai consueto appuntamento della domenica pomeriggio, i rossoblù cadono per 0-4 dinanzi ai partenopei. Una partita dai due volti che ha visto i sardi offrire una prestazione di alta fattura fino al raddoppio degli azzurri (66° minuto), per poi sciogliersi come neve al sole nella mezzora finale.
Il match
In un Unipol Domus gremita in ogni ordine di posto e dal clima rovente, Mister Nicola conferma il più classico dei 3-5-2 con una grande novità: il ritorno (tanto atteso) dal primo minuto di Gaetano, acquisto principe della campagna estiva di mercato e grande ex della partita. Sulla fascia destra invece mantiene il proprio posto Azzi, mentre la coppia d’attacco è guidata dal tandem formato da Luvumbo e Piccoli.
I primi minuti di gioco vedono regnare un gran equilibrio, tipica fase di studio in cui le due compagini avversarie cercano di prendere le misure, provando comunque qualche sprazzo offensivo, con la squadra di Conte che appare più sofferente nella fascia di sinistra. Come un fulmine a ciel sereno, il Napoli trova la rete del vantaggio grazie a Di Lorenzo: staffilata da fuori area deviata dallo sfortunato Mina. Nonostante l’intoppo iniziale, i rossoblù non demordono e continuano a spingere sull’acceleratore, creando di fatto numerosi pericoli per la retroguardia azzurra. La squadra di casa ben presto si renderà conto di dover fronteggiare due muri praticamente invalicabili: il primo è il portiere avversario Meret, il secondo invece i legni della porta. L’estremo difensore partenopeo prima compie un super intervento sulla gran botta di Azzi, poi effettua un autentico miracolo sul colpo di testa di Piccoli. Nel mezzo da segnalare l’interruzione momentanea della partita a causa del lancio di fumogeni e petardi da parte del settore occupato dalla tifoseria organizzata del Napoli, verso la Curva Sud.
La prima frazione di gioco termina con la conclusione di Mina che si stampa sopra la traversa.
Nella ripresa il tecnico dei sardi pesca dalla panchina Adopo, sostituendo uno spento Deiola. L’inizio è totalmente sulla falsa riga del primo tempo, con il Cagliari che spinge forte ma che nulla può dinanzi a Meret, apparso in totale stato di grazia. Il portiere scuola Udinese salva la squadra di Conte sull’incornata di Luperto, servito da un bel cross di Azzi. In seguito, realizza l’ennesimo intervento prodigioso della serata, deviando quanto basta sulla traversa la conclusione da fuori area di Marin.
Proprio nel momento di maggior difficoltà del Napoli, gli azzurri raddoppiano sull’asse Lukaku-Kvaratskhelia: il belga lancia in verticale il georgiano che a tu per tu con Scuffet non perdona. In questo preciso istante termina la partita del Cagliari, che non riuscendo più a costruire manovre di gioco pericolose, cala nettamente di concentrazione. Su un grave errore in fase di impostazione di Scuffet, gli azzurri servono il tris con Lukaku. I minuti finali sono una lenta agonia fino al triplice fischio del direttore di gara, anticipato però dal colpo di testa di Buongiorno che sigla il tabellino finale sullo 0-4.
Rimpianti e vecchi errori
Senza ombra di dubbio il Cagliari ha espresso un buon calcio, ben organizzato e aggressivo, per circa un’ora di gioco. I rossoblù sotto le indicazioni del tecnico Nicola sono stati capaci di arginare in gran parte le azioni degli azzurri attraverso un’ottima gestione difensiva. Basti pensare a Lukaku, prima di servire l’assist e centrare la rete del 3-0, in campo è stato totalmente inesistente grazie alla stretta marcatura di Mina, entrambi autori di una vera e propria lotta greco-romana.
Nella ripresa, dopo la rete del raddoppio sono emerse le vecchie fragilità che hanno contraddistinto in parte la passata stagione: la tenuta mentale. È chiaro che i sardi hanno compiuto uno sforzo immenso, fronteggiando una delle squadre più forti del massimo torneo, ma dall’altra i giocatori hanno subito in maniera evidente il contraccolpo psicologico, palesando una grave difficoltà e lasciandosi totalmente andare nella fase finale della partita.
Guardando al risultato e alle occasioni avute, la delusione è enorme. I rossoblù hanno avuto tante occasioni per pareggiare ma non sono riusciti nell’affondo decisivo. Oltre alle grandi parate e alla sfortuna emerge un fattore, già intravisto nella partita di Lecce: la scarsa incisività davanti alla porta. Il Cagliari attraverso le trame di gioco riesce ad arrivare ampiamente dentro gli ultimi 15m, non convertendo però lo sforzo in gol. Non a caso la squadra di Nicola ha segnato solamente una rete in ben quattro partite.
In ogni caso le sorti della compagine dei quattro mori appaiono ancora una volta legate all’estro e alla fantasia di Luvumbo, l’unico capace di saltare l’uomo e creare scompiglio nelle difese avversarie. In tutto questo, forse emerge anche un errore compiuto in fase di mercato, ovvero non aver preso un’altra prima punta, oltre a Piccoli. Il giocatore in prestito dall’Atalanta ha già timbrato il cartellino in questo inizio di stagione ma non basta, perché nel momento in cui si guarda alla panchina si trova un Lapadula che ha palesato enormi difficoltà a confrontarsi con la Serie A, Pavoletti alle prese con l’età che avanza e dunque tutto ciò che ne consegue, infine Kingstone alle prime armi.
Probabilmente in termine di punti ci si aspettava di più da queste quattro partite che recitano come score: 2 pareggi e 2 sconfitte.
Il prossimo incontro, vedrà il Cagliari protagonista ancora una volta alla Domus contro una delle grandi sorprese di inizio stagione: l’Empoli. Obiettivo centrare la prima vittoria in campionato.
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