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Brasile | La marea Verdeoro di Brasilia: cronache di un Golpe mancato

  • Immagine del redattore: Lorenzo Pucci
    Lorenzo Pucci
  • 12 gen 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Una marea umana verdeoro.

Questo è quello che si é visto dalle riprese aeree della Praça dos Três Poderes a Brasilia, la piazza più importante della capitale, dove sono situate le sedi del Congresso, dell’Ufficio Presidenziale e del Tribunale Supremo Federale.

La marea umana era quella composta da sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, che nella giornata di domenica 8 gennaio hanno preso d’assalto e occupato le tre sedi del potere democratico brasiliano.


Un paese diviso

Lo scorso ottobre si sono sfidati per la presidenza del Brasile il presidente uscente Jair Bolsonaro e l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva (qui il nostro articolo a riguardo).

La campagna elettorale è stata agguerrita ed è ruotata tutta intorno all’eventualità che il presidente uscente potesse non accettare l’esito delle elezioni. E così in un certo senso è stato.

Lula ha vinto le elezioni al secondo turno il 30 ottobre e per due giorni Bolsonaro non ha dichiarato la sconfitta, lasciando presagire il peggio. [1]

I timori si sono poi materializzati quando a metà novembre l’ex presidente ha contestato il risultato delle elezioni in quanto nella maggior parte delle macchine usate per il voto elettronico mancavano i codici identificativi. Si parla di oltre il 59% delle apparecchiature utilizzate durante le votazioni e che hanno contato voti che secondo Bolosonaro andavano esclusi dal conteggio. [2]


Si é creato così un terreno fertile per le proteste di entrambi gli schieramenti, e in poco tempo il Paese si è ritrovato spaccato. Una frattura alimentata anche dalle campagne social ricche di fake news, aumentate, stando al Tribunale Superiore Elettorale, del 1600% rispetto alle precedenti uscite elettorali del 2020. [3] Nei giorni successivi al voto si sono visti blocchi stradali e proteste in tutte le grandi città. Una prima forte manifestazione di dissenso messa in atto dai fedeli dell’ex presidente brasiliano.


L'occupazione

Che i supporter di Bolsonaro potessero dar vita a proteste violente era prevedibile ed è accaduto nei giorni successivi all’esito elettorale. Ma che riuscissero a occupare nel giro di poco tempo tre edifici centrali nell’amministrazione del Paese invece lo era un po' meno.


Non si hanno dati ufficiali sul numero di manifestanti presenti a Brasilia l’8 gennaio, ma si sa con certezza che qualche centinaio di persone è riuscito a vandalizzare il Congresso, gli uffici presidenziali nel Palácio do Planalto e la sede del Tribunale Supremo Federale.


Il presidente Lula ha subito condannato l’attacco dichiarando: “Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati”. Al momento si parla di oltre 1500 arresti e il numero potrebbe crescere ulteriormente. [4]

Nel mirino del nuovo presidente, in carica dallo scorso primo gennaio, sono finiti però anche i servizi di sicurezza di Brasilia: “È facile vedere dalle immagini gli ufficiali di polizia socializzare con i manifestanti. C’era un’esplicita complicità dei poliziotti con i manifestanti”. [5]

Non è un caso, infatti, che il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes abbia ordinato l’arresto del comandante della polizia del distretto federale di Brasilia Fabio Augusto Riveira.

Sono stati presi di mira anche i conti dell’ex presidente Bolsonaro e oltre cento aziende accusate di aver finanziato il “tentato colpo di stato”. Denaro che è servito per finanziare i pullman che hanno portato i manifestanti a Brasilia e a sostenere l’accampamento che si è creato davanti al quartier generale dell’esercito. [6]


Le vacanze statunitensi

L’ex presidente Bolsonaro non era presente a Brasilia durante le sommosse, ma nemmeno all’insediamento di Lula, mancando così al tradizionale passaggio della fascia verdeoro tra il presidente uscente e il vincitore delle presidenziali. Bolsonaro è volato infatti in Florida, allontanandosi dalle possibili indagini sull’operato del suo governo. [7]


La sua permanenza negli Stati Uniti non dovrebbe ostacolare l’azione delle procure brasiliane, ma in seguito alle proteste si è creato un dibattito sulla sua presenza negli Stati Uniti. Il deputato texano Joaquin Castro è stato uno dei primi a esprimere solidarietà a Lula e a chiedere che Bolsonaro andasse via dalla Florida.

In una nota, la Casa Bianca ha dichiarato un “sostegno incrollabile” nei confronti di Lula, condannando le violenze e invitando il presidente brasiliano negli Stati Uniti per febbraio. [8]


Frammentazione

Due anni dopo i fatti di Capitol Hill, ci troviamo nuovamente davanti a un risultato elettorale che non unisce, ma piuttosto divide una nazione.

Lula ha promesso che tutti i colpevoli sarebbero stati rintracciati ed assicurati alla giustizia e per il momento si parla di oltre 1500 arresti. È stato deciso di perseguire una linea dura contro i rivoltosi per mandare un messaggio chiaro a tutti coloro che non vorranno rispettare il risultato elettorale.


Nel frattempo, i danni fatti alle strutture sono incalcolabili vista la presenza di cimeli appartenenti al patrimonio artistico nazionale.

Non possiamo sapere come in futuro gli eventi di Brasilia influenzeranno il nuovo mandato presidenziale di Lula, ma abbiamo la certezza che il Paese sia spaccato e che serviranno tempo e lavoro per riunificarlo.


Fonti

[1] Redazione, Jair Bolsonaro non ha ancora commentato la sconfitta alle elezioni brasiliane, Il Post. 31 ottobre 2022, https://www.ilpost.it/

[2] D. Biller & C. Bridi, Bolsonaro contests Brazil election loss, wants votes voided, Associated Press, 23 novembre 2022, https://apnews.com/article/

[3] Redazione, Brasile: fake news aumentate 1600% in campagna elettorale, Ansa, 21 ottobre 2022, https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/

[4] Redazione, Brasile, Bolsonaro ricoverato negli USA. A Brasilia arrestati in 1500. Lula: “Atti terrroristici, vandalici e golpisti, Ansa, 10 gennaio 2023

[5] T. John, R. Pedroso & K. El Damanhoury, Brazilian President Lula criticizes police for protesters breach of government buildings, CNN, 10 gennaio 2023, https://edition.cnn.com/

[6] Redazione, Brasile, l’assalto ai palazzi del potere. Mandati di arresto contro i responsabili della sicurezza, Rai News, 10 gennaio 2023, https://www.rainews.it/

[7] Redazione, Lula si insedia mentre Bolsonaro trova rifugio in Florida, Domani, 02 gennaio 2023, https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/

[8] Joint Statement by President Joe Biden and President Luiz Inácio Lula da Silva Following Call, the White House, https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2023/01/09/joint-statement-by-president-joe-biden-and-president-luiz-inacio-lula-da-silva-following-call/


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