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Avremo sempre Parigi: Casablanca compie ottant’anni

  • Matteo Monaci
  • 29 nov 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

“Suonala Sam, suona Mentre il tempo passa”

Esattamente ottant’anni fa, nell’ora più buia della Storia, veniva proiettato nelle sale statunitensi Casablanca, un film destinato a illuminare l’oscurità e a entrare per sempre nella leggenda, al punto da essere annoverato al secondo posto nella classifica dei migliori film di tutti i tempi dall’American Film Institute.


Era il 26 novembre 1942 e, in pieno secondo conflitto mondiale, il regista Michael Curtiz fu in grado di infondere un barlume di speranza nei cuori degli spettatori regalando loro una straordinaria e commovente storia d’amore e di resistenza al regime nazi-fascista. Nei panni dei protagonisti troviamo grandi stelle del cinema hollywoodiano come Humprey Bogart, nel ruolo del contrabbandiere senza scrupoli dietro al quale si cela in realtà l’eroe pronto al sacrificio per il bene superiore, la libertà dei popoli oppressi, la straordinaria Ingrid Bergman, che infrange l’irritante stereotipo della fanciulla indifesa confinata in secondo piano e diviene protagonista della Storia, e Paul Henreid, che forse più di tutti incarna l’uomo dagli ideali inalienabili per i quali è disposto a rinunciare anche al bene più grande: la vita.


La recensione

Sulle note della malinconica canzone As Time Goes By, scritta dal compositore Max Steiner per la colonna sonora del film, lo spettatore è trasportato nell’onirica atmosfera del Marocco francese, sotto il giogo della Repubblica di Vichy, Stato fantoccio filo-nazista retto con la forza dal maresciallo collaborazionista Philippe Petain. Tra il profumo delle spezie dei mercati e la musica dei caffè, a Casablanca il tempo pare essersi fermato.


Alcune tra le più belle scene del film sono destinate a rimanere per sempre nella Storia. Una di esse è senz’altro la straordinaria esibizione del pianista afroamericano Dooley Wilson, che, esortato a cantarla, intona As Time Goes By, in memoria dei giorni lontani di Parigi e della storia d’amore perduta tra Rick e Ilsa, i due protagonisti del film. Non a caso l’esortazione “Suonala Sam” è ricordata come una delle più belle citazioni della storia del cinema. Ma l’importanza di questa scena va oltre la trama del film e rivela dietro a sé la lotta al razzismo e alla discriminazione cui gli afroamericani erano sottoposti negli USA e che Wilson fu in grado di incarnare al meglio.

Ricordiamo, forse unico lato oscuro di Casablanca, che l’attore, nonostante il suo ruolo memorabile, fu pagato soltanto 350 dollari a settimana per il solo fatto di essere nero, mentre il compenso per un attore bianco era di quasi 4000 dollari.


Altro momento emozionante è sicuramente l’intonazione della Marseillaise da parte degli esuli antifascisti, che si leva ovunque coprendo i canti degli oppressori nazisti. È vero, anche la Francia a sua volta esercitò un dominio coloniale e imperialista sull’Africa, ma in quel momento la Marseillaise non era più soltanto l’inno francese, bensì incarnava il canto di libertà di tutti i popoli oppressi durante la II Guerra mondiale.

La scena più toccante è forse quella dell’addio, sullo sfondo di un aereo in partenza, che rappresenta una delle più commoventi scene della storia del cinema e che vede l’amore sacrificato in nome della libertà.


Uno dei personaggi più trascurati e dimenticati dalla critica rimane tuttavia, a mio parere, quello del capitano Renault, che da iniziale antagonista al servizio di Vichy affronta un processo di catarsi, divenendo infine un eroe e un patriota, decidendo di unirsi alla resistenza. Renault incarna dentro di sé l’innato senso di giustizia che è racchiuso in ognuno di noi e che è in grado di riemergere anche negli istanti più tenebrosi.

Sono trascorsi ottant’anni, ma Casablanca vive ancora ed è più attuale che mai. Non è soltanto la storia di due innamorati, ma è la storia di un secolo e di un’umanità che lotta in nome della vita di fronte a un’oscurità che dilaga.


“Non oggi, forse nemmeno domani, ma presto o tardi e per tutta la vita”

Fonte immagine copertina: American Film Institute

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