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Alla scoperta dei nostri partiti: il Movimento 5 stelle

  • Immagine del redattore: Matteo Scarpellini
    Matteo Scarpellini
  • 29 mar 2021
  • Tempo di lettura: 7 min

Per dare una linea di continuità al mio precedente articolo sulla Terza Via della politica mi sembra opportuno proseguire analizzando in modo conciso i caratteri e la storia dei più popolari partiti politici italiani che, essendo legati ad un consenso più ampio, esprimono maggiormente le opinioni del popolo.

Vorrei cercare di farlo senza limitarmi ad esprimere le mie simpatie riguardo a determinate situazioni, evitando comunque di stabilire verità assolute, ma cercando di invitare chi legge ad informarsi ulteriormente. Partiamo dal presupposto che , per evitare di dilungarmi, ho omesso parte dei fatti che potrebbero cambiare il giudizio di chi leggerà esclusivamente quanto segue.

L’idea è quindi di dar vita ad una piccola rubrica che racconti brevemente quali scelte politiche sono state prese dai singoli partiti, e comprendere il perché di queste scelte in base alla linea politica che questi partiti vogliono esprimere.

Il Movimento 5 Stelle

V-day e anticasta

In questo movimento si può riassumere il concetto di Terza Via, perché per definizione non si identifica né come un partito di destra né di sinistra. Muove i suoi primi passi grazie alla popolarità di Beppe Grillo, che durante il V-day di Bologna nel 2007 sponsorizza un progetto di iniziativa popolare, Parlamento Pulito, che vuole fuori dal parlamento qualsiasi parlamentare condannato per reati gravi. Quest’iniziativa, nata in seguito ai processi penali in cui è coinvolto Silvio Berlusconi, capo politico di Forza Italia, raccoglie 336.144 firme in un solo giorno, e dà una prima spinta alla nascita del Movimento che avviene ufficialmente il 4 ottobre 2009, con a capo anche Gianroberto Casaleggio. Lui, insieme a suo figlio Davide, infatti sono i fondatori della piattaforma Rousseau, dove gli iscritti al Movimento possono esprimere il proprio parere su questioni cruciali mediante una votazione diretta online, per garantire sempre una democrazia diretta partecipata, se pure per un limitato numero di persone rispetto ai reali votanti alle elezioni nazionali.

In generale viene promossa dal Movimento un’idea anticasta, cioè contro tutta quella serie di personaggi privilegiati presenti nel panorama italiano quali i parlamentari, colpevoli di aver creato un sistema chiuso nel quale si spartiscono le poltrone, ma anche i giornalisti, rei di difendere un sistema corrotto: si mette tutto dentro ad un grande calderone dove tutto viene considerato secondo pregiudizi negativi. È l’epoca in cui il Movimento accoglie tutti coloro che si sentono sfiduciati dalla politica tradizionale, senza essere determinato da una vera e propria identità, ma alimentato dal moto rivoluzionario.

Alle elezioni del 2013 il M5S raccoglie circa il 25% dei voti ma siede comunque all’opposizione, dichiarando di non voler dar vita ad un’alleanza con altri partiti per essere coerente. La dura critica nei confronti dei colleghi al governo dura fino al 2016 quando viene bocciata la proposta di cambio costituzionale di Matteo Renzi, che decide così di dimettersi. Tutti i maggiori esponenti sono uniti sotto lo stesso coro di protesta.


La fase Conte

Le elezioni del 2018 attestano il movimento in crescita con il 32% sia alla Camera che al Senato, decretandolo come il partito vincitore. La prima alleanza si forma dopo lunghe contrattazioni durate 3 mesi che trovano nella Lega, che si stacca dalla coalizione di centro-destra dopo aver raccolto il 17%, l’alleato di Governo. È il momento di Luigi Di Maio vicepremier e Roberto Fico presidente della Camera, mentre Alessandro Di Battista ha preferito tenersi fuori dal Parlamento, pur rimanendo un influente sostenitore del Movimento. Il Presidente del Consiglio è Giuseppe Conte, un personaggio proposto dal Movimento al quale però non risulta neanche iscritto. Fu proposto prima delle elezioni per la squadra di governo ideale come Ministro della Pubblica Amministrazione; Conte aveva dichiarato di aver votato a sinistra, ma che era il tempo di lasciare le divisioni politiche da una parte per valutare le forze politiche secondo il rispetto dei diritti e dalla capacità di formulare programmi utili per i cittadini (Terza Via, no?).

In questa fase il Movimento espone le proprie posizioni socialiste, con la riforma del reddito di cittadinanza, pur continuando a sostenere posizioni nazionaliste, dettate dai decreti sicurezza di Salvini, dai quali Fico, tra i più progressisti, si dissocia. Dall’alleanza giallo-verde è proprio Salvini che trae i maggiori vantaggi: i sondaggi aumentano in suo favore a discapito proprio del M5S, che definendosi con scelte politiche crea malumori tra alcuni dei propri parlamentari. Salvini decide quindi di far cadere il governo per tornare alle elezioni e sfruttare il momento favorevole. Conte interviene in Parlamento accusandolo molto duramente di aver fatto i propri interessi e di avere scarsa cultura istituzionale, cioè di usare la scusa che il popolo debba esprimere la sua volontà politica solo perché, secondo sondaggi, la Lega avrebbe raddoppiato la sua percentuale di voti.

Il Governo cade, ma il Capo di Stato, Matterella, ordina comunque un nuovo giro di consultazioni. La volontà dei grillini è quella di formare un nuovo governo, trattando questa volta con la fazione di centrosinistra; da qui nasce il governo giallo-rosso con il PD e LeU. A tutto ciò consegue un naturale aumento delle tensioni nel Movimento reo di essere incoerente perché proprio contro questi tipi di partiti erano state mosse le accuse di essere “statici” e quindi di non fare abbastanza per contrastare le ingiustizie, ed in particolare contro Matteo Renzi, nei confronti del quale Di Battista era sempre stato critico e distante politicamente.

L’ex premier darà vita di lì a poco a un nuovo partito, Italia Viva, mediante una scissione con il PD insieme ad un alto numero di parlamentari che gli permetterà così di agire da ago della bilancia nel governo.

Inizia una sorta di alleanza tra i due maggiori partiti che condividono idee comuni, come quella del taglio dei parlamentari, e realizzano un altro punto nel programma dei 5 Stelle mediante il referendum. Lo stop all’aumento dell’Iva, poi, spiana la strada per la collaborazione verso il cambio della legge elettorale, ma tutto viene interrotto dalla pandemia di Covid-19.


L’annuncio in diretta streaming di Conte il 9 marzo sancisce l’inizio del lockdown ma anche l’ascesa della sua popolarità, come dimostrato dalla nascita della sua pagina Facebook con un vertiginoso aumento dei follower. Il premier italiano però porta anche risultati importanti in termini politici, quando ottiene dal Recovery fund, il fondo europeo per la ripresa dopo la pandemia, la più alta percentuale di fondi rispetto agli altri Paesi.

La complicata situazione della gestione pandemica fatta dal Governo mediante chiusure e ristori non entusiasma però Matteo Renzi che apre la crisi di governo in nome del mancato utilizzo del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, che avrebbe garantito un immediato fondo da utilizzare nell’attesa del Recovery fund. Conte prova ad appellarsi ai “responsabili” ricercando proprio la parte più socialista del governo, per evitare di formare un nuovo governo o andare ad elezioni anticipate in un momento in cui la pandemia non permette ritardi sui progetti del Recovery fund o assembramenti per votare. La fiducia al governo è comunque possibile solo grazie all’astensione di Italia Viva, quindi il premier decide che è il momento di ritirarsi per non risultare condizionato dalle scelte di questo partito.


Il governo Draghi

Mattarella ancora una volta deve scegliere come comportarsi, e con un esemplare discorso sulle due strade alternative, spiega come la formazione di un nuovo governo sia necessaria per evitare al momento nuove elezioni. Incarica conseguentemente Mario Draghi, ex presidente della BCE, di formare un nuovo governo. La scelta di questo nome e la formazione di un governo di maggioranza allargata decretano la crisi del Movimento: questa situazione è la classica rappresentazione del calderone nel quale si spartiscono le poltrone e quindi ci si aspetterebbe un retrofront da parte dei parlamentari pentastellati.

La situazione invece mette il Movimento di fronte ad una scelta importante: scegliere se partecipare alle scelte sul Recovery fund, facendo valere il proprio peso politico, e cercare di realizzare un altro dei propri punti politici, quello della transizione ecologica; o ritornare alla linea anticasta, scelta che può sembrare più coerente, e quindi rimanere fedeli alla linea dura contro chi rappresenta le ingiustizie che ci sono in Parlamento, cioè Forza Italia, che farebbe parte del governo.

La posta in gioco comunque è troppo alta: c’è in ballo uno dei maggiori capitali disponibili nella storia della politica per risollevare il paese, e non si tratta più di fare semplici alleanze politiche.

Il Movimento ne esce visivamente scosso: da una parte l’abbandono di numerosi parlamentari che si uniscono al gruppo misto e anche di Di Battista, uno degli iscritti di maggiore influenza, che porta via con sé una parte degli elettori; dall’altra, l’integrazione di Conte all’interno del progetto politico da rifondare, grazie al quale il Movimento potrebbe risollevare il numero dei consensi, che ormai sembra calato drasticamente, e realizzare la propria crescita ideologica.


Tutte le scelte di queste alleanze sono sempre passate attraverso l’approvazione sulla piattaforma Rousseau, che però potrebbe ora essere messa in disparte dopo la pubblicazione del cosiddetto “Manifesto Controvento” da parte del suo presidente, Davide Casaleggio. Costui ha sancito alcuni punti per mantenere il Movimento unito dopo la rottura avvenuta per la scelta di appoggiare il governo Draghi, senza comunque trovare l’approvazione da parte di nessuno dei maggiori esponenti e andando contro la linea governista portata sino a quel momento.

Si presume quindi un ulteriore strappo in un Movimento che sembra perdere sempre più esponenti via via che fa nuove scelte politiche.


La storia del Movimento 5 stelle appare breve ma ricca di contraddizioni, che sembrano abbastanza scontate se si pensa come la sua storia nasca da un moto di protesta che solitamente raccoglie sempre più condivisioni rispetto alla scelta di promuovere una precisa ideologia politica.


Concludo così il discorso relativo ai partiti considerati della Terza Via.

Nei prossimi articoli parlerò di quei partiti che si legano maggiormente ai concetti di sinistra e destra in modo alternato: Forza Italia, Partito Democratico, Lega, Liberi e Uguali, +Europa, Fratelli d’Italia, per poi concludere con i partiti del Gruppo Misto.


Fonti:

[1] Matteo Scarpellini, - “Mandiamoli tutti a casa!” - “E poi chi ci mettiamo a governare?” La Terza via della politica, TocToc Sardegna, 15 gennaio 2021,

[2] Giorgia Finesi, La storia del Movimento 5 Stelle, dai meet up al governo Conte, SkyTg 24, 18 novembre 2018, https://tg24.sky.it/politica

[3] Avvenire.it, La scheda. 10 anni a 5 stelle. Dal Vaffa-day di Grillo alle dimissioni di Luigi di Maio, 22 gennaio 2020, https://www.avvenire.it

[4] Sito ufficiale Movimento 5 Stelle, https://www.movimento5stelle.it/

[5] Il Fatto Quotidiano, Giuseppe Conte, ecco chi è il presidente del consiglio del governo Lega-M5s, 31 maggio 2018, https://www.ilfattoquotidiano.it

[6] Simone Cosimi, Chi vuol prendere in giro Roberto Fico?, Wired, 3 giugno 2019, https://www.wired.it/attualita/politica

[7] La Repubblica, Crisi di governo, tutti gli attacchi di Conte a Salvini nel suo discorso in Senato, 20 agosto 2019, https://www.youtube.com

[8] Martina Castigliani, Il ritorno di Giuseppe Conte: perché Grillo gli ha affidato il progetto di rifondare il M5s, Il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2021, https://www.ilfattoquotidiano.it

[9] Davide Fiammenghi, Le tre matrici ideologiche del Movimento 5 Stelle, Strade, 30 marzo 2018, https://www.stradeonline.it

[10] Maria Francesca Mainas, Crisi di governo, Mattarella: due strade alternative, TocToc Sardegna, 3 febbraio 2020, https://www.toctocsardegna.org

[11] Il Sole 24 ore, Casaleggio lancia il suo Manifesto «ControVento» e detta al M5s le condizioni per ricucire, 10 marzo 2020, https://www.ilsole24ore.com

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